Meta - Secondo me, è ora che il Sindaco Antonelli si fermi a riflettere su una delle ultime “pensate” della sua ormai stanca attività amministrativa, per non far pesare sulle tasche dei metesi una scelta fatta in articulo mortis di una sindacatura che è stata indubbiamente salutare per il “ricambio di sangue” del corpo politico metese, ma in fin dei conti alquanto incolore e poco incisiva per tutto il resto. Mi riferisco all’annunciata decisione di prendere in servizio un nuovo dirigente per l’ufficio tecnico, che se dovesse concretizzarsi lascerebbe una costosa eredità a chi verrà dopo, se il Sindaco - come si racconta - dovesse abbandonare il campo. Ciò rappresenterebbe un altro errore, dopo quello madornale d’inizio insediamento di non tenersi stretto l’ing. Maresca, con la conseguenza che ora l’Amministrazione Antonelli si trova punto e a capo con la patata bollente dei Lavori Pubblici, e così crede con una nuova dirigenza di poter mettere una “pezza” di asfalto su una strada che in quattro anni e mezzo è stata tutta in salita, molto sdrucciolevole e piena di buche, metaforicamente parlando. Ma davvero il Sindaco e l’Assessore ai LL.PP. ritengono che possa bastare un dirigente in mobilità (che significa – detto papale papale - che l’amministrazione d’origine è lieta di fare a meno dei suoi servigi!) per coprire le pecche di un settore che più di altri è stato tragicamente in stallo, rasentando in alcuni casi l’inefficienza (si veda il mancato acquisto di Villa Giuseppina)? E ciò nonostante la chiamata alle armi in fretta e furia a suo tempo dell’ing. De Maio, che non credo meriti ora di essere surclassata così malamente. O forse il “nuovo che avanza” serve per fare il gioco di qualcun’altro? In quattro anni e mezzo l’Amministrazione Antonelli non è riuscita ad avviare una sola opera pubblica degna di questo nome, a parte qualcuna ereditata, qualche metro di marciapiede dalle parti della stazione, qualche basolo nella piazzetta di Alberi, e un indecente “pezzucolo” di scogliera presso La Conca, messo lì privo di parere ambientale come ebbi modo di dire in Consiglio Comunale senza essere smentito. E il recente “caso” Vico Equense, al vaglio della magistratura, indurrebbe a fare qualche accertamento sulla liceità e, soprattutto, tempestività di quella delibera. A fronte di tali inoppugnabili miseri risultati, l’Amministrazione Antonelli è convinta di poter ancora fare qualcosa a poco più di sei mesi da fine mandato. Suvvia sia seria, registri il proprio parziale fallimento e si prepari a lasciare il campo. E invece quasi non c’è un solo componente di questa costosa compagine (come ha denunciato, conti alla mano, Agorà due settimane fa) che non supponga di avere davanti a sé un futuro radioso, tant’è che già si sono registrate le autocandidature a Sindaco di Russo (ma perché c’è ancora?), di Parlato (che deve sempre chiarire come e perché furono spesi tanti soldi per la pizza d’amare e pagati € 200 al signor XY, € 500 al signor YZ e € 800 al signor ZX per una sola giornata di lavoro!), di Cocorullo (che da buon religioso crede nel miracolo della moltiplicazione dei voti e che qualche sua nuova amica possa fargli strada!), e, infine, quella di Paolo Trapani, oggi sodale di Tito che dopo essersi autolanciato a Sindaco ora si appresta a sponsorizzarlo, nonostante che fino a poco tempo fa quasi si “scazzottava” verbalmente con lui in Consiglio Comunale per un po’ di spiaggia libera
attrezzata. Il quale Trapani, già candidato sindaco (trombato), nonché figlio di già Sindaco (d’antan) e per questo convinto che il diritto ereditario sia valido anche in politica, secondo una ligia interpretazione di quello amministrativo sarebbe pure incompatibile come consigliere comunale, figurando tra i ricorrenti in un giudizio pendente contro il Comune di Meta: ma questo si fa finta di non saperlo... Come ho detto all’inizio della presente riflessione, ma mi piace ribadirlo in chiusura, tutto questo... secondo me. (Rossano Astarita, consigliere del gruppo civico “Meta Terra Mia” – Agorà)
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