Quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari ed un decreto di sequestro preventivo emessi dal gip presso il Tribunale di Napoli, nonché tre decreti di sequestro preventivo disposti dal pm, per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione di fatture per operazioni inesistenti, falso ideologico in atto pubblico ed altro. Destinatari delle misure cautelari sono l’imprenditore campano operante nel settore televisivo regionale, Giuseppe Giordano, la moglie, Domenica Sarnataro, legale rappresentante della «Italia Mia Group» Spa, detentrice dell’emittente «Italia mia», il figlio Ciro, legale rappresentante della «Mimmagiò snc» e il nipote Ciro Giordano, legale rappresentante della «Piazza Italia srl». Le indagini - è spiegato in una nota del procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore e del procuratore aggiunto Aldo De Chiara - hanno consentito di portare alla luce un’articolata struttura di cointeressenze societarie, sorretto da un sistematico ricorso a false fatturazioni, funzionali non solo a frodare il fisco, ma anche a determinare un fittizio incremento del volume dei ricavi delle società televisive, criterio fondamentale per la quantificazione dei contributi statali erogati annualmente dal Ministero delle Comunicazioni. Inoltre è emerso, un sistematico ricorso, da parte delle società televisive, alla simulazione delle assunzioni di giovani praticanti giornalisti ed alla dichiarazione di tipologie di rapporti di lavoro diverse da quelle reali, preordinato all’aggiramento di altro specifico criterio stabilito per la concessione dei contributi pubblici. Contestualmente è stata eseguita anche una perquisizione domiciliare nei confronti di un giornalista, già direttore editoriale di «Italiamia» e «Italiamia 2», indagato per concorso in truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica in atto pubblico. Sono poi stati notificati sette avvisi di garanzia, per abuso d’ufficio, nei confronti del presidente e di cinque attuali componenti del Corecom Campania, oltre che del suo precedente presidente. Altri quattro avvisi di garanzia sono stati notificati ad altri indagati rappresentanti o gestori delle società indagate. (Corriere del Mezzogiorno)
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