lunedì 12 gennaio 2009
Una notte d’amore (di Virgilio Panarese)
La stringevo forte, accarezzavo dolcemente i suoi seni abbracciandola per sentire il calore del suo corpo sul mio. Potevo avvertire il piacevole odore della sua pelle poggiando la mia faccia sul suo collo. Un profumo intenso, una fragranza profonda che inebriava i miei sensi. Dormiva dolcemente, rapita da un sonno profondo con le labbra leggermente aperte. Completamente nuda la pelle d’oca compariva a mano a mano che la brezza estiva a folate irrompeva nella stanza. La guardavo, la accarezzavo sperando che quella notte non finisse mai. Mi addormentai. Mi voltavo come un dannato nel letto, la luce era spenta, la brezza si era trasformata in un vento gelido, tra le braccia avevo un cuscino, accesi la luce, ero solo. Mi alzai dal letto in preda al panico, dove era finita. Era un sogno, eppure sembrava così reale. Andai in cucina aprii il frigo, presi una birra, la aprii e feci un sorso, versai il resto nel lavandino. Avevo smesso di fumare da due giorni ma i residui delle trenta sigarette quotidiane dei giorni precedenti grattavano con le loro unghie dall’interno. Sentivo lacerare la carne e il fiato spezzarsi all’altezza dello sterno. Il panico mi assaliva tornai nella stanza, mi voltai, la porta della cucina era scomparsa, così il letto, l’armadio e tutto il resto. Cercai di trovare un uscita ma le mura non mostravano scappatoie, niente porte, niente finestre. Il pavimento cominciò a trasudare acqua e in pochi minuti mi trovai a nuotare con la stanza mezza piena. Il livello del liquido saliva sempre di più, era denso, non riuscivo a vederne il colore. Portai le dite alla bocca toccandomi la punta della lingua per individuare di cosa si trattasse. Era sangue, adesso anche l’odore cominciava a farsi sentire; il livello dell’acqua era salito a tal punto che la mia testa toccava il soffitto. Fui inghiottito… CONTINUA
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