venerdì 17 aprile 2009
L’addio bettiniano scuote il PD
Dopo Santoro e la Gruber — in Italia centrale il Pd “svolta” e candida David Sassoli. Esce di scena – invece - l’ex coordinatore del Pd Goffredo Bettini, e lo fa con una lettera al direttore del Messaggero. In sintesi il deus ex machina del veltronismo denuncia la «confusione» nel campo democratico, la mancanza «da due mesi» di contatti con la segreteria del partito, il fatto che il suo nome sia stato dato in pasto e «triturato» dai giornali. E le sue «perplessità» su un «assetto delle liste che risente di quel regime correntizio che ho cercato di combattere con tutte le mie forze». Il contraccolpo dell’addio bettiniano esplode fin dal primo mattino, con una raffica di dichiarazioni di solidarietà e di critiche al segretario, ai «gravi errori» nella gestione delle liste, alla «follia di perdere» un nome di quel peso: scende in campo mezzo Pd del Lazio e di Roma, consiglieri regionali, comunali e provinciali, dirigenti e parlamentari. Da Zingaretti a Follini, dal segretario del Lazio Morassut a Gasbarra al braccio destro di Veltroni Verini, ai «giovani leoni» Orlando e Martella. Molti i Ds, ma arriva anche notizia di una «lunga e affettuosa» telefonata con Rutelli. E (Bettini è uomo di vaste relazioni) si fanno sentire in sua solidarietà nomi dello spettacolo e persino del Pdl, da Quagliariello a Verdini. Mentre sul fronte opposto si schierano gli ex Ppi, con Franco Marini («nessuno è indispensabile, me compreso») e Castagnetti. Il segretario del Pd fa sapere di sperare che l’ex coordinatore «ci ripensi» … ma a quanto pare ciò non accadrà!
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