Serve un chiarimento, anzi, una riforma della Costituzione. Lo chiede il presidente del Consiglio, che muovendo da quanto accaduto sul caso Englaro chiede a gran voce "un chiarimento sulla lettura della Carta costituzionale". E lo fa osservando, ad esempio, che "la responsabilità del giudizio sui requisiti di necessità e urgenza per la decretazione sia del governo e che il giudizio su questo fatto sia già attribuito al Parlamento che esamina l'esistenza di questi requisiti come primo atto nella Prima Commissione". "Ora andremo a fare delle riforme - ha proseguito il premier poco prima di lasciare Cagliari - e può darsi che andremo subito a chiarire il dettato della Carta". Lasciando intendere che senza strumenti legislativi come i decreti il governo si svuota delle sue funzioni e può addirittura "andarsene a casa", Berlusconi scandisce che dopo una riflessione occorrerà vedere "se dovremo arrivare a quelle riforme della Costituzione che sono necessarie perché la Carta è una legge fatta molti anni fa sotto l'influenza della fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come a un modello da cui prendere molte indicazioni". Dura replica del segretario del Pd, Walter Veltroni, alle critiche del Premier."Berlusconi - afferma Veltroni- dimentica di aver giurato fedeltà alla Costituzione italiana. La Costituzione è nata grazie al sacrificio di milioni di italiani che contrastarono chi aveva cancellato il ruolo del Parlamento e messo gli oppositori in condizione di non poter esprimere le proprie idee. Berlusconi si deve inchinare davanti alla Costituzione e davanti al sacrificio di quegli italiani. (Apcom)
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