di Filomena Baratto
Un altro Natale, ne passano tanti e noi qui a viverlo sempre come i bambini. Credo sia un incantesimo fatto da qualche mago. Non ce n’è stato uno diverso dagli altri, sempre uguale a se stesso. Il Natale è la più grande festa del mondo, ma poi c’è sempre la guerra, bella fregatura! Il bene che ha bisogno del male. Forse, caro mago, ti si è inceppata la bacchetta, un pezzo di formula sbagliata, una distrazione, un venir meno a quello che facevi.
Gesù, piccolo grande uomo. Ma sappiamo
tutto di te o ci nascondi qualcosa? Finiremo anche noi per sempre? Viviamo in
eterno? Bella confusione, vero?
“Cosa sono questi dubbi sempre in
prossimità del Natale?”
Oh, finalmente, non mi fai parlare da
sola! Mi chiedi perché? Perché c’è una grande differenza tra la vita e la magia
del Natale. Più la vita scorre e più siamo disillusi e crediamo sia dura. Non è
così?
“Fregatura? Sarei l’imbroglione per te?
Una fregatura è un’azione di basso valore e non mi sembra che la vita lo sia.
Perché se fosse così non staresti qui a farti mille domande”
Mi sento per un sentiero irto di
pericoli e, più procedo, più domande mi pongo. Ci sono cose che ancora non
capisco, e più cerco spiegazioni, più non ne trovo. Tu sai darmi risposte?
“Una risposta chiarisce per sempre una cosa, mentre la vita è un continuo divenire e ci sono risposte a ogni cambiamento. Non ce ne sono poi così tante. Per esempio, cosa non ti convince?”
Il bene, questa calma apparente, questa bontà che ha la vita di un soffio, questa bellezza fugace, questo Dio che sa tutto di noi e fa finta di niente, questo Dio che va dove vuole, ignora quel che gli fa comodo. Vedi tutto intorno cosa accade e tu? Di quale amore parli? Se c’è, è così chiuso nei cuori, che è difficile capire il suo percorso e i suoi obiettivi. Forse ti sei sbagliato, è la formula che è andata storta, di’ la verità, non è così?
“No, no, è tutto come volevo, così come
stabilito”.
Qualche errore lo avrai fatto pure tu.
Guarda quanti siamo, che fine sta facendo la terra, che schifo la politica,
quante nefandezze si fanno. Dov’è il bene in giro?
“Tu leggi il mondo col tuo cuore che in
questo momento è confuso. Non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto, dalle
tensioni, dai facili entusiasmi o dalla superficialità”.
No, vedo quello che c’è intorno a me e
non fai niente. Credo che tu non sia un Dio…un Dio del bene. Che Dio sei?
“Sarei un dio del male? Sono solo un uomo
morto per voi, vissuto come voi, venuto tra voi a darvi l’esempio di salvezza,
visto che potevate perdervi per il mondo”.
Questo è il problema che porta
con sé il dubbio. Sei il dio che conosciamo, o uno sconosciuto, un
alieno, che viene a imporre legge per addomesticarci?
“Non posso darti torto, sei libera di
pensare, ogni storia si presta a tante interpretazioni, tutto cambia se
spostiamo il punto di vista. E’ come quando vediamo le cose da lontano, non
saranno mai quelle che vediamo da vicino. Credere è mantenere fisso un
obiettivo e tendere verso quel punto. Ma voi, io d’altra parte, ci perdiamo
facilmente, scambiamo mete e partenze, desideri e doveri. Abbiamo un percorso
che facciamo insieme”.
E allora tutte queste religioni? Quando
vi incontrate lassù, tra le galassie, sarà una baraonda. Come fate? Buongiorno
Maometto, dì a Buddha che Allah lo cerca. Non oso immaginare. Credo siano solo
delle invenzioni, una fantasia, una fiaba con tutti gli elementi. Ma le cose
stanno così come quaggiù che per lo stesso motivo ci facciamo guerra?
“Maometto, Allah, Buddha, sono fratelli
di uno stesso padre e non tre estranei a operare in orti diversi. Siete una grande
famiglia e non satelliti di pianeti. Abbassate i toni, nessuno viene prima di
un altro. E non credo che tu viva male in questo mondo! La vita ci piace così
tanto che temiamo sempre di perderla e nel volerla salvare, la perdiamo spesso.
Il Natale ci vede tutti vicini, in famiglia. Su questo cammino è un crescendo:
aumenta l’intensità della stessa vita, la consapevolezza e gli stessi dubbi.
Aumenta anche la nostra lotta interiore. La conoscenza ci porta per altri
sentieri”.
E la “curiositas” non ci allontana
dalla "religio"?
“Curiositas e religio", non
si autoescludono, collaborano”. La religio senza la curiositas sarebbe
una noia. Ma spesso si fa una grande confusione come se la religione fosse una
scienza e la scienza la vostra religione”.
Tu non credi che la religione sia
l’oppio dei poveri? Come fai a tenere buoni gli uomini? Siamo miliardi,
capisci? Il bene è irrisorio rispetto al male che ci facciamo. Lo dice la
storia, tutti gli uomini venuti prima di noi. Ci conviene credere
per la nostra anima o per tenere a bada noi tutti?
“Stai facendo un discorso privo di
fede!”
Esatto, di “curiositas”. Mi pongo
domande e mi vengono dubbi. Siamo tutti un po’ Tommaso dentro di noi. Di fuori
siamo tutti fedeli. Ma la fede è un fatto serio. Significa credere a occhi
chiusi, significa non dubitare, significa avere fiducia negli altri. Ma tutto
questo è un’utopia. Siamo tutti infedeli.
“Tu hai dimenticato una cosa, di avere il
libero arbitrio!”
Questa è un’altra fregatura! Il libero
arbitrio significa che devo sbagliare per forza, poiché sono imperfetta, la
strada mi porta a perdermi. Come puoi pretendere che l’uomo sia fedele, buono,
felice, bravo col suo libero arbitrio? E poi ho sempre paura della libertà, più
ne abbiamo più non siamo liberi. Credo che la nostra sia una strada già segnata
da qualcuno.
“Tu non sei un burattino, hai una vita da
vivere come vuoi. Questo è il dono che ti è stato fatto, devi accettare. La tua
vita deve essere vissuta liberamente. Spesso immaginiamo le cose che non
vediamo e non fissiamo lo sguardo vicino, dove la vita si rivela. Siamo tutti
con un cannocchiale a mirare lidi lontani mentre molte cose le abbiamo a
chilometro zero come voi dite.”
La nota positiva è che rende tutti
uguali, ci imprime un sentimento buono, in nome di un dio obbediamo e ubbidire
è un atto d’amore. Tutto sommato allora amare è ubbidire?
“Ubbidire è accettare, il primo passo
verso l’altro. Avete impostato il mondo sul comando, va registrato sull’opzione
“servizio”, ognuno al servizio di un altro in uno scambio reciproco. Avere e
dare non sono parole da usare solo in banca, lo stesso criterio vale anche per
gli affetti. Se si ferma questo flusso, si blocca il capitale! Non siate fredde
macchine, ma umani, l’azione è preceduta dal pensiero, cosa che nessuna scienza
potrà fornire.”.
Fatto positivo è la religione ci unisce,
ci fa sopportare cose impossibili, ci rende umili, semplici e caritatevoli
l’uno con l’altro?
“Vedi? Ci arrivi da sola”.
Ma con la ragione non con la fede. La
fede è sempre un salto nel vuoto e accettare, un rischio. La penso come Pascal,
questa religione ci conviene: se non ci aspettiamo nulla, ma se c’è qualcosa di
buono nell’al di là, è bene prepararsi. Me lo dice anche mio padre, solo che
non sa che il suo pensiero ricalca quello di Pascal. Portarci sempre l’ombrello
nell’evenienza possa servirci. È così?
“Non è proprio così, ma in te stessa hai
le risposte, ognuno ha le risposte giuste. Vanno tirate fuori con una sana
riflessione, senza fretta. Quello che riesci a cavare da te stessa è tutt’altra
cosa che sentirle dire.”
Mi stai dicendo che non ho bisogno di
te?
“All’occorrenza ci sono sempre. Tu mi hai
chiamato, io sono accorso. Non sono uno che intralcia la ragione. La vita è
costruzione con ragione e sentimento. Ogni anno mi fate sentire il Re, il mago
di questo incantesimo. Calatelo dentro di voi tutti i giorni. Ma la magia più
grande l’avete fatta con quella luce accesa, che mai si spegne nei cuori. Sono
lì, ogni pezzetto di voi sono io, ogni pensiero, ogni incantesimo, ogni sogno…
Ti lascio, faccio il mio viaggio di
Natale, sto andando di cuore in cuore a fare delle verifiche, a misurare la
vostra fede”.
Hai deciso di farti del male, allora, in
nome del bene?
“ Quando mi cerchi sono nei cuori degli
altri, è per questo che bisogna avere rispetto del prossimo, in ognuno di voi
ci sono io. Come vedi sono più terreno che di un altro mondo!”
A presto, tanto so dove trovarti!
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