Vico Equense - Cooperative di via Le Pietre: il Comune di Vico Equense non frena la stangata. Anzi, i condomini ritengono che con il piano trentennale di rateizzo predisposto dalla Giunta comunale, i costi saranno maggiorati. In base ad un calcolo del Comune ciascun nucleo familiare dovrebbe pagare circa 500 euro al mese per un totale alla scadenza dei 30 anni pari a 180mila euro. Ma i condomini ritengono che i costi saranno maggiori. Si tratta dell’unica via d'uscita individuata dall'amministrazione per chiudere una vicenda che si trascina ormai da quasi 50 anni e che riguarda l'indennizzo corrisposto al proprietario del suolo dove sono state edificate le palazzine. Ora, dopo l'ultima pronuncia del Consiglio di Stato che impone alle 27 famiglie di versare il dovuto, il Comune ha inviato le ingiunzioni di pagamento da circa 150mila euro per ogni nucleo. «Secondo quanto stabilito dalla delibera, il tasso legale, fissato al 2% a partire dal 2025, resterà invariato per l'intera durata del piano di rateizzazione - spiegano gli assegnatari al Mattino -. A questo si aggiunge la rivalutazione monetaria, un meccanismo che adegua il debito all'inflazione e che, nel lungo termine, farà lievitare significativamente l'importo complessivo da restituire. Le simulazioni mostrano che, in 30 anni la cifra originaria aumenterà di circa 50mila euro solo per gli interessi, a cui si somma una rivalutazione imprevedibile ma sicuramente gravosa». La misura, in base ai conteggi, andrebbe a colpire in modo particolarmente severo coloro con minori disponibilità finanziarie chiamati a sostenere rate più alte nel lungo periodo, oltre a farsi carico dei costi bancari e notarili legati all'ipoteca. Al contrario, il piano sembra favorire chi dispone di risorse sufficienti per saldare rapidamente la propria posizione. «È una situazione paradossale e ingiusta - lamenta un condomino -. Dopo i sacrifici dei miei genitori ed aver liquidato mio fratello, mi ritrovo a dover scegliere se vendere e trasferirmi fuori dalla penisola o dire ai miei figli di rinunciare all'università e andare a lavorare».
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