Vico Equense - L’ospedale “De Luca e Rossano” di Vico Equense resta al centro di una battaglia per la sopravvivenza. Il pronto soccorso è chiuso dall’ottobre del 2020 e mai pienamente ripristinato, il presidio sanitario dispone oggi di un punto di primo intervento, mentre alcuni reparti fondamentali sono a rischio chiusura. Una situazione che preoccupa la cittadinanza. Il parroco don Ciro Esposito ha definito la struttura “un enorme contenitore vuoto”. Le sue parole pronunciate durante l’omelia della festa dei Santi patroni Ciro e Giovanni non sono passate inosservate e hanno scosso la comunità, già preoccupata per la carenza di servizi sanitari. “Siamo stanchi di subire l’incompetenza e l’indifferenza della politica sulla nostra pelle. Il sistema sanitario nella Penisola Sorrentina è al collasso e nessuno muove un dito – il commento di Rosario Lotito, M5S -. Il Pronto Soccorso di Castellammare di Stabia è sovraccarico, con pazienti ammassati sulle barelle e ambulanze bloccate per ore. L’ospedale di Sorrento è al limite, con a volte un solo medico per turno costretto a gestire decine di emergenze. Tutto questo mentre il Pronto Soccorso di Vico Equense, chiuso “temporaneamente” nel 2020, resta inspiegabilmente sbarrato, privando oltre 20 mila cittadini di un servizio essenziale. Questa non è solo negligenza, è un vero e proprio attentato al diritto alla salute.” Il Comitato "La Tutela dei Diritti dei Cittadini" allarmato per le notizie pubblicate sui giornali, in merito all'impossibilità del pronto soccorso del nosocomio di Castellammare di Stabia di assolvere le normali funzioni di assistenza, che si sommano all'assenza del pronto soccorso di Vico Equense e alla più generale carenza della sanità pubblica nel comprensorio sorrentino fino a Positano chiede a tutti i sindaci della penisola sorrentina di attivarsi, al fine di costituire un fronte comune per individuare soluzioni idonee al fabbisogno del territorio. "Solo un tavolo politico comprensivo di tutti i sindaci del comprensorio può avviare un confronto proficuo con i soggetti istituzionali preposti, in primis la Regione Campania" si legge in una nota del Comitato, che in attesa di soluzioni efficaci chiede l’istituzione di postazioni mobili di "pronto soccorso avanzato" sui territori, soprattutto dove già esistono embrioni di strutture (poliambulatori).
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