venerdì 7 febbraio 2025

Pd, dopo lo scandalo arriva il commissario «Conti da controllare»

LE TENSIONI 

di Adolfo Pappalardo - Il Mattino

Napoli - Alla fine, ma solo alla fine, tutti la descrivono come una semplice riunione operativa. Niente politica ma solo a discutere di conti. Con il commissario Misiani (accompagnato dal capogruppo Mario Casillo) e dopo con i responsabili provinciali. «Farò semplicemente il tesoriere», dirà Michele Fina, il tesoriere nazionale del Pd, che sostituisce quello campano arrestato qualche giorno fa per un'inchiesta sull'immigrazione. Cosa ha trovato? «Non ho avuto particolari impressioni: problematiche ordinarie di un partito territoriale», aggiunge lui dopo una serie di riunioni alla Federazione di via Santa Brigida. Ma i nervi nel partito sono tesissimi. Come se già non bastavano i nodi politici (inestricabili per ora) relativi al terzo mandato di De Luca, ci si mette anche il fermo ai domiciliari di Nicola Salvati. Colui cioè che teneva i conti del partito dal 2019 quando segretario era Leo Annunziata e poi confermato dai commissari Francesco Boccia e Antonio Misiani. Incarico strettamente burocratico sino all'altro giorno. Poi il suo arresto scatena l'ennesima tempesta perfetta nel partito campano. Tensioni, veleni e una certa paura che serpeggia tra i dirigenti. E che sia così basta citare un dettaglio di ieri: Fina si presenta in anticipo in Federazione, accompagnato da un funzionario della tesoreria nazionale e due suoi collaboratori. Chiedono, il senatore e la funzionaria del Nazareno, carte e documenti contabili e qualcuno all'inizio si sente intimorito manco fosse una perquisizione... Solo dopo si tranquillizzano i dem campani. Giusto per far capire che clima serpeggia nel partito all'ombra del Vesuvio. 

LO SCENARIO 

Niente politica, nessuno che tira fuori il caso del tesoriere arrestato, ma solo dettagli contabili. Che poi è il classico scenario di ogni Federazione d'Italia: le entrate che sono la metà delle uscite. Eppure, raccontano, proprio Salvati negli ultimi due anni era riuscito a chiudere bonariamente, dopo aver spedito le ingiunzioni, diversi contenziosi con dirigenti e politici di peso che non pagavano le relative quote da anni. E anzi pochi mesi fa anche i magistrati avevano dato ragione al Pd nella controversia contro un ex consigliere regionale che non ne voleva saldare gli arretrati appellandosi a cavilli vari. Insomma nulla faceva pensare a quello che poi l'inchiesta della Dda di Salerno ha raccontato. E che è anche ieri il centrodestra usa come una clava contro il partito di Elly Schlein per difendersi dal caso Almasri. Tornando a Napoli e alla Campania i dem, sempre più spesati, attendono che qualcosa si muova sul fronte delle regionali. Che si sciolga il nodo De Luca e comunque si individui il nome di chi potrebbe correre con un patto Pd-M5s. Oggi alle 18 è convocata la direzione provinciale del partito e tra gli ordini del giorno c'è proprio la «discussione sulla fase politica e amministrativa». Ovviamente non si decideranno qui gli scenari delle prossime regionali ma sicuramente i dem si immergeranno nella solita discussione stile «alcolisti anonimi». Per la settimana prossima a Roma però dovrebbe riunirsi il primo tavolo con i dirigenti dei partiti di centrosinistra, grillini compresi, e discutere proprio del nome del candidato governatore. Con l'obiettivo di far capire a De Luca che il Pd fa sul serio e non attenderà il giudizio della Consulta sul terzo mandato.

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