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Fritz e Bubi Dennerlein |
Napoli - La sua voce nel film è quella dell'attore Mariano Rigillo. Il viaggio nella storia di Costantino Dennerlein detto Bubi - nato a Portici da padre tedesco e mamma rumena - parte dal rumore delle onde che s'infrangono sugli scogli, quelli della parte finale del lungomare di via Partenope, dov'è la Canottieri. La sua casa. "Bubi Dennerlein: leggenda di sport, maestro di vita" è dedicato allo straordinario allenatore di nuoto e pallanuoto che fece grande il club del Molosiglio insieme a suo fratello Federico detto Fritz. Ed è un omaggio particolare perché il film-documentario scritto e diretto da Francesco Zarzana - sarà presentato domani, giovedì 5 giugno alle ore 18 al Circolo Canottieri di Napoli - è stato ideato e prodotto da Stefania Dennerlein, la figlia di Bubi. «Tutto è partito da un sogno», raccontano Stefania e sua sorella Giorgia, aggiungendo i loro ricordi a quelli di donne e uomini che hanno scritto la storia dello sport italiano grazie ai Dennerlein. «Lui e mio zio vivevano in simbiosi: io mi sento figlia di entrambi», dice Stefania. Nato nel 1932 a Portici, Bubi è scomparso quasi tre anni fa. Rigillo ricorda quanto profondo fosse stato il dolore per la tragica fine di Fritz, vittima di un incidente stradale nel 1992 lungo l'amatissima Penisola sorrentina. «A Vico Equense, dopo la sua morte, gli dedicano un torneo di pallanuoto in mare e Bubi voleva esserci ogni anno», ricorda Teo Betti, dirigente accompagnatore della Canottieri che negli anni Settanta dominò in Europa. Nuotatori e pallanuotisti, i Dennerlein. Campioni e poi maestri. Entrambi prima di diventare famosi si allenavano alla Marina di Vico, con gli amici vicani, Giuseppe Volpe e Antonio Astarita.
Dopo aver girato il mondo e vinto di tutto Fritz Dennerlein negli anni '80 ritorna nella sua amata Vico Equense, in una casetta sulle colline di Avigliano. Mentre Bubi è stato ct della nazionale di nuoto per oltre vent'anni. Si trasferirono a Vico Equense nel 1947, allora non c'erano piscine e la stagione agonistica si svolgeva a mare e quando non erano a Napoli si allenavamo nel tratto di mare tra la Marina di Vico e lo scoglio dei Tre Fratelli. Scendevano la mattina per gli allenamenti lunghi. Facevano il miglio, un paio di volte. Per le distanze brevi come i 50 metri avevano fatto un segno con la vernice su un muro del bagno Astarita e facevano la virata sul vecchio moletto vicino al lido Cucurullo. Fu proprio a Vico Equense, che un socio del circolo Canottieri in villeggiatura li notò e li invitò a provare alla Canottieri. Il giorno dopo Bubi era a Napoli per un provino e una settimana dopo a Catania, dove si classificò terzo nei 400 metri categoria allievi. Fu così che cominciò una lunga carriera e Fritz, 4 anni più piccolo, lo seguì poco dopo.
Bubi Dennerlein è stato il primo campione italiano assoluto di nuoto della Canottieri Napoli, con cui ha conquistato 10 titoli e stabilito 4 record nazionali, ha partecipato alla Olimpiadi di Helsinki del 1952 e vinto 2 scudetti di pallanuoto, nel 1957 e nel 1958. Ma per il nuoto è stato sicuramente uno dei più grandi allenatori: in Nazionale rimase 24 anni, guida azzurra per sette edizioni olimpiche da Roma 1960. I suoi atleti vinsero oltre 50 titoli italiani; tra loro, oltre alla Calligaris (tre medaglie ai Giochi di Monaco 1972 e oro iridato col record del mondo negli 800 a Belgrado 1973), anche il fratello Fritz, pallanotista ma anche nuotatore (quarto alle Olimpiadi di Roma nei 200 farfalla). Vinse pure nella pallanuoto, lo scudetto del 1963 come tecnico del Canottieri Napoli.
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