sabato 19 aprile 2025

Dolore e rabbia sul Faito «Ora non lasciateci soli»

La funivia aveva alimentato il turismo l'unica strada è quella da Vico Equense 

IL RACCONTO 

di Ilenia De Rosa - Il Mattino 

Vico Equense - Il giorno dopo, sul Faito, è un giorno di dolore. Il grave incidente ha scosso la comunità, che piange le quattro vittime e allo stesso tempo teme che senza la funivia il monte possa perdere i flussi turistici proprio ora che si stava investendo e puntando sulle sue risorse naturali e sul connubio montagna e mare ora che Castellammare aveva ritrovato la balneabilità. «Appena ho saputo mi sono precipitato lì, alla stazione della funivia, per capire cosa stesse succedendo. Non riuscivo a credere ai miei occhi: la "panarella" tanto amata da noi residenti di Faito non c'era più, il cavo aveva ceduto. Sgomento, dolore e preoccupazione sono state le prime sensazioni. È arrivata subito la notizia che nella cabina c'erano il macchinista più quattro passeggeri. Non ci ho pensato neanche un attimo e, insieme a un amico, ho preso la macchina per aiutare i soccorritori nelle ricerche. Sono stato il primo a vedere i corpi. È stato terribile. Sono ancora stravolto dal dolore». Così Giacomo Vanacore, proprietario del Bar Belvedere a piazzale dei Capi, a Monte Faito, racconta i drammatici momenti vissuti giovedì pomeriggio, quando a causa di un problema tecnico una delle due cabine dell'impianto è precipitata con a bordo cinque vite. «Il dolore è fortissimo, non ho la forza di pensare ad altro se non alla sofferenza che stanno provando in questo momento i familiari delle vittime continua Giacomo . Conoscevo benissimo Carmine Parlato, il macchinista, ragazzo buono, solare e molto legato alla montagna. Tantissimi sono stati i momenti trascorsi insieme, con lui e con quanti lavorano in questo luogo meraviglioso, che però sembra quasi avvolto da una maledizione». 

LO CHOC

Il riferimento è sicuramente agli episodi più drammatici che hanno segnato la storia di Monte Faito negli ultimi decenni, tra cui la scomparsa di Angela Celentano e i devastanti incendi del 2017. «Ma noi del Faito non ci perdiamo d'animo. Dopo ogni evento tragico ci siamo sempre rialzati, con tenacia e fiducia. Anche stavolta faremo così. È innegabile che ci saranno notevoli ripercussioni negative per la montagna commenta Giacomo -. Per il momento preferisco non pensarci. Adesso va vissuto questo grande lutto: quattro vite sono state spezzate ed il simbolo di Faito, la funivia, si è frantumato». Alla sofferenza si unisce l'incredulità. «Come è possibile che con le tecnologie attuali possano ancora capitare eventi simili?» si domanda Giacomo, e non è il solo. Al Faito, oggi, sono tutti sotto shock e nessuno si spiega come si sia potuta verificare una cosa simile. «Portiamo addosso una sensazione bruttissima e stranissima: è accaduto ciò che non avremmo mai immaginato potesse accadere spiega Danilo Somma, tra i proprietari dell'Hotel Sant'Angelo -. C'è grande tristezza. Oltretutto Carmine Parlato è un mio parente, pertanto il dolore è ancora più forte. Voglio esprimere la mia vicinanza a tutti i funivieri, persone che stimo tantissimo e che svolgono il loro lavoro con tanta passione». 

LE ATTRAZIONI 

La funivia di Faito lo scorso anno ha portato su in montagna oltre 100mila utenti. La rinascita degli ultimi anni del polmone verde della penisola è sotto gli occhi di tutti: turisti con zaino in spalla tra i sentieri della montagna per il trekking, famiglie nelle aree pic-nic o nei ristoranti della zona, sportivi in mountain bike, giovani alle prese con il tiro con l'arco, appassionati di volo impegnati nel parapendio dalla Cresta o dal piazzale dei Capi. Uno scenario che, però, adesso è a serio rischio. «Sicuramente l'inagibilità della funivia avrà delle conseguenze: l'unico modo per raggiungere Monte Faito resta quello di percorrere la strada che parte dal centro di Vico Equense e che, tra l'altro, presenta ancora delle problematiche», spiega Dario Russo, presidente dell'associazione ProFaito. «Anche se sono residente a Napoli trascorro gran parte del mio tempo a Faito, luogo di cui sono innamorato continua Dario . Insieme ad altre associazioni, agli operatori del posto e con il supporto delle istituzioni negli ultimi anni abbiamo dato il massimo per dare una nuova vita a questa montagna. E ci siamo riusciti: i numeri dei visitatori sono aumentati notevolmente, anno dopo anno. Sicuramente adesso ci saranno disagi e conseguenze negative per il Faito. Ma ci rimboccheremo le maniche. Adesso bisogna stare vicino alle famiglie delle vittime e al loro dolore». 

L'APPELLO 

La stessa preoccupazione che esprime l'Abbac, l'associazione dei bad and breakfast. «Siamo preoccupati - dice il presidente Agostino Ingenito - anche per il grave danno di immagine che la tragedia ha generato a livello internazionale. E che rischia di avere ripercussioni anche per il territorio regionale. La Campania in questi anni è diventata una delle regioni più ricercate e raggiunte per i tanti suoi attrattori culturali e naturalistici. Auspichiamo un intervento vigoroso della Regione e degli enti competenti per rassicurare gli ospiti e rafforzare la mobilità».

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