Una tradizione che risale al 1300 e che si rinnova ogni Pasqua. In penisola sorrentina si contano sedici riti. Celebri la Processione Bianca e la Nera nella città del Tasso, il Giovedì e Venerdì Santo
di Mariella Parmendola - La Repubblica Napoli
Penisola sorrentina - Si comincia il primo giorno di Quaresima e si va avanti finché non è tutto pronto. Ma non c'è bisogno di molte prove: cosa fare per rappresentare il rito secolare delle processioni di Pasqua in penisola sorrentina ogni figlio lo impara da suo padre. È anche questo sapere di una cultura contadina, che si tramanda per generazioni e si sente custode collettivo delle tradizioni, a rendere in qualche modo unico quanto accade nella settimana Santa tra Vico Equense e Sorrento. Un rituale, ogni volta identico a se stesso, che la tradizione popolare fa risalire al 1300. Una lunga storia, quindi, che ha di sacro anche il valore della memoria. E che vive grazie alla partecipazione di centinaia di sorrentini. In media 500 per ogni corteo, tra chi riveste il ruolo di incappucciato e i fedeli, parte del coro che intona il Miserere, accompagnato dalla banda musicale. Un'atmosfera fuori dal tempo anche per l'incenso sprigionato nell'aria di primavera, i lampioni e le fiaccole, parte integrante di una rappresentazione che vede il coinvolgimento anche di artigiani e sarti, per la preparazione del saio e altri accessori. Due le processioni di Sorrento. La "Bianca", che esce nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18 aprile alle 3, ricordando la disperata ricerca di Maria del figlio Gesù: con la visita ai sepolcri attraversa il centro.
Poi c'è quella della sera del 18, cioè la "Nera", dal colore di cappuccio e saio in segno di lutto, con in processione la statua di Cristo morto. La più partecipata e coinvolgente di tutte, attira fedeli ma anche migliaia di turisti italiani e stranieri. Negli altri comuni della penisola sorrentina, si svolgono sedici cortei, in tutto. Tre a Sant'Agnello, sette a Piano di Sorrento, tre a Meta, due a Massa Lubrense, uno a Vico Equense. Diversi gli orari di uscita in ogni comune e i percorsi: a promuovere ciascuna processione è una diversa arciconfraternita, come a Sorrento. L'inizio oscilla tra le 19,30 e le 20,30 per i cortei per le sere del Giovedì e Venerdì Santo. Si tratta di restare svegli fino alle 2,30 o alle 3, se invece si vuole partecipare alle processioni in calendario nella notte tra giovedì e venerdì. La Processione della Morte di Sorrento conserva con l'antica statua del Cristo anche la narrazione popolare sulla sua storia. Tra i racconti tramandati dalle famiglie, il più noto riguarda quest'opera d'arte in legno del Settecento: non si sa chi l'ha realizzata e quando. Un'antica leggenda racconta che la statua sarebbe stata scolpita da un cavaliere in fuga, che avrebbe chiesto rifugio ai confratelli di San Catello. Una volta riconosciuta la sua innocenza, il nobile avrebbe realizzato l'opera per tener fede ad un voto. È possibile si tratti di una rilettura di quanto avvenne all'artista Nicola Vaccaro nel 1648. Una delle tante storie che nelle case sorrentine si trasmettono da secoli, assieme al patrimonio di riti di ogni processione. S In parata, assieme agli incappucciati, una preziosa scultura in legno del Settecento Raffigura il Cristo morto.
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