Sarracino e Ruotolo (Pd): “Tragedia annunciata, fare piena luce”
Castellammare di Stabia - "Carmine, sarò la tua voce. Terminati i momenti del plauso, viene il momento della giustizia. Avete strappato Carmine alla vita. Questa tragedia merita risposta. Avete tolto la vita a chi stava portando il pane a casa e a chi stava vivendo un momento di svago sul nostro territorio". Lo dice Elvira, la moglie di Carmine Parlato, il macchinista Eav morto nell'incidente della funivia del Faito durante i funerali. "Non possiamo accettare che sia stata una fatalità. No. Questo è il mio grido di dolore e giustizia. Chi con negligenza e leggerezza ha messo a repentaglio vite umane ne risponda", ha aggiunto. Le esequie si sono svolte nella Cattedrale di Castellamare, presenti i gonfaloni della Città Metropolitana, di Castellammare di Stabia e di Vico Equense; i due Comuni hanno proclamato il lutto cittadino. “La Città Metropolitana – ha affermato il Consigliere Giuseppe Tito, che è anche Sindaco di Meta e delegato al Monte Faito per l’Ente di piazza Matteotti – si stringe intorno al dolore che ha colpito la famiglia di Carmine Parlato e le comunità di Vico Equense, città di cui era originario, e di Castellammare”. “Questo è il momento del raccoglimento e della preghiera, ma subito dopo occorrerà lavorare, tutti insieme, con il Sindaco Vicinanza, con la ‘famiglia’ della Funivia e con tutta la cittadinanza, per far ripartire Castellammare affinché torni a esercitare il suo ruolo di hub strategico per la penisola sorrentina, i Monti Lattari e per tutta la Città Metropolitana”, ha concluso il Consigliere Tito. Con il sindaco stabiese Luigi Vicinanza sono presenti diversi assessori e consiglieri comunali, tra cui Sandro Ruotolo. “La tragedia della funivia del monte Faito non è stata una fatalità, ha denunciato la moglie di una delle vittime. Oggi Castellammare di Stabia si è fermata per i funerali di Carmine Parlato. Come Partito democratico, siamo stati alle sue esequie, per esprimere il nostro cordoglio alla famiglia e alle altre vittime di questa tragedia. Ma il nostro dovere non deve fermarsi qui: dobbiamo pretendere verità, giustizia e cambiamento.
Le parole della moglie di Carmine, Elvira, ci chiamano a una responsabilità ancora più grande, perché non si può morire per lavoro: ‘Avete strappato Carmine alla vita negandogli i sogni futuri. A noi tocca sopravvivere a questo dolore immane. La morte di Carmine e delle altre vittime merita risposte. Questo non è stato un caso. I suoi colleghi e chi doveva proteggere i viaggiatori si assumano le proprie responsabilità. È il momento della verità. È il momento della giustizia. Chi ha sbagliato, paghi. Quello che è successo non è una fatalità’. Quattro vite spezzate gridano una verità che non possiamo più ignorare: in Italia la sicurezza sul lavoro è ancora considerata un costo, mai un investimento. Oggi rilanciamo una battaglia che non può più attendere: serve introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Serve potenziare drasticamente il numero degli ispettori del lavoro, perché senza controlli non esiste sicurezza. Sosteniamo la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che farà di tutto per scoprire la verità, per capire cosa non ha funzionato e di chi sono le eventuali responsabilità. Perché si è rotto il cavo trainante? Perché non ha funzionato a monte il freno d’emergenza e a valle sì? Sono alcuni degli interrogativi a cui dare una risposta. Chiediamo perciò che venga fatta piena luce su quanto accaduto alla funivia del Faito, senza sconti, senza zone d’ombra. Lo dobbiamo alle famiglie delle vittime. Lo dobbiamo a Castellammare di Stabia, che oggi non piange soltanto, ma si sente tradita, offesa, parte lesa di questa vicenda. La giustizia deve essere più forte della rassegnazione”. Così in una nota Sandro Ruotolo e Marco Sarracino della segreteria nazionale del Partito Democratico.
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