venerdì 25 aprile 2025

La strage della funivia domani in cattedrale l'addio al macchinista

Eseguite ieri le autopsie sui corpi delle quattro vittime della tragedia 

L'INCHIESTA 

di Dario Sautto - Il Mattino 

Castellammare di Stabia - Il cavo di trazione potrebbe essersi rotto oppure si è sganciato ma, a causa della fitta vegetazione in quelle zone impervie del monte Faito, non è stato ancora ritrovato il punto preciso. Su questo aspetto prettamente tecnico e sull'eventuale malfunzionamento del freno di emergenza, legato ad una manutenzione ordinaria e straordinaria che potrebbe aver avuto omissioni e negligenze, si concentra il fulcro dell'inchiesta della Procura di Torre Annunziata sull'incidente della funivia del Faito di Castellammare di Stabia che, ormai una settimana fa, è costato la vita a quattro persone ed ha portato al ferimento in maniera grave di un turista 23enne. Il giovane israelo-palestinese Thabet Suliman è l'unico sopravvissuto alla tragedia del giovedì Santo ed è tuttora ricoverato in gravi condizioni all'ospedale del Mare, ma mostra segni di miglioramento e, appena possibile, sarà ascoltato dagli investigatori che proveranno a capire se dall'interno della cabina della funivia ci sia stata la percezione che qualcosa non funzionasse. 

LE AUTOPSIE

Ieri il medico legale Nicola Giorgio ha eseguito le autopsie sulle salme delle quattro vittime. All'obitorio del cimitero di Castellammare di Stabia, le operazioni peritali sono andate avanti fino a sera. La prima salma liberata è stata quella di Janan Suliman, la farmacista israelo-palestinese di 25 anni. Il corpo della giovane è stato trasferito immediatamente a Roma per tornare in aereo a Tel Aviv già in serata. La Procura di Torre Annunziata ha concesso l'autorizzazione per la consegna del corpo alla famiglia per la celebrazione del rito islamico: prima del viaggio in Israele la salma è stata sottoposta a lavaggio ed avvolgimento in un panno di lino profumato. Il trasferimento, come annunciato dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, è avvenuto a spese della Regione. La famiglia, attraverso l'avvocato Hilarry Sedu, ha espresso «i suoi ringraziamenti alla Regione Campania per essersi fatta carico delle spese di viaggio». La salma di Carmine Parlato, il macchinista 59enne, è stata invece trasferita nella vicina funeral house di Cesarano, dove rimarrà fino al pomeriggio di domani, quando l'arcivescovo monsignor Francesco Alfano celebrerà il rito funebre in cattedrale a Castellammare. Liberate in serata anche le salme della coppia di inglesi Elaine Margaret Winn, 58enne, e suo marito Derek Winn, 65 anni, che oggi torneranno nel Regno Unito per i funerali. 

LE INDAGINI 

Al lavoro ci sono i magistrati del pool voluto dal procuratore Nunzio Fragliasso, con l'aggiunto Giovanni Cilenti e i sostituti Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio. L'inchiesta ipotizza al momento i reati di disastro colpo ed omicidio colposo plurimo sono iscritti nel registro degli indagati i nomi di quattro dirigenti e funzionari Eav: si tratta di Marco Imparato (responsabile esercizio e manutenzione della funivia), Pasquale Sposito (direttore operativo), Giancarlo Gattuso (dirigente infrastrutture) e Pasquale Di Pace (capo impianto), tutti con un ruolo nella gestione dell'impianto di risalita stabiese. Tra i consulenti nominati dalla Procura oplontina c'è il professor Nicola Augenti, che nel 2017 si è già occupato della perizia sul palazzo crollato a Torre Annunziata, quando morirono otto persone. Le indagini sono delegate agli agenti del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, della Squadra Mobile di Napoli e della polizia scientifica, affiancati dai vigili del fuoco. 

I SOPRALLUOGHI 

Il primo sopralluogo nella zona in cui sono stati ritrovati i rottami della cabina precipitata si è svolto due giorni fa ed è servito agli inquirenti per documentare anche con video lo stato dei luoghi e le condizioni in cui si trovano gli ingranaggi e i meccanismi che permettevano il funzionamento della funivia. Attenzione particolare, appunto, è ai freni di emergenza, che nella cabina a valle hanno funzionato regolarmente. Ma anche al cavo, che permetteva gli spostamenti lungo la tratta: non è stato ancora ritrovato il punto di rottura, anche se è probabile che possa essersi «solo» sganciato dal fermo che si trova nella stazione a quota 1131. Tutto ciò potrebbe essere accaduto per una mancata o una errata manutenzione, con i lavori e i controlli andati avanti per tutta la pausa invernale e fino a marzo.

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