Ai Parroci
Ai Diaconi
Alle Comunità parrocchiali
di don Domenico Leonetti, Direttore Caritas Diocesana Sorrento-Castellammare di Stabia
Italiani non solo di fatto, ma anche di diritto! L'obiettivo del Referendum sulla Cittadinanza dell'8 e 9 giugno è dimezzare da 10 a 5 anni il requisito di residenza continuativa nel nostro paese agli stranieri che qui vivono e pagano le tasse. Tutti gli altri requisiti non sono modificati dal Referendum: reddito stabile ed elevato, conoscenza della lingua italiana, non aver commesso reati, aver pagato le tasse, non essere pericoloso per la sicurezza della Repubblica. Quindi nessun automatismo. Il traguardo è dare piena cittadinanza e combattere le discriminazioni vissute quotidianamente da 1,8 milioni di persone immigrate in Italia da anni, assieme ai loro circa 800mila figli minori. Circa 2 milioni e mezzo di aspiranti italiani. Persone che affrontano difficoltà ad affittare una casa; discriminazioni sul lavoro, nello sport agonistico, nella vita scolastica; identificazioni durante le manifestazioni che possono impedire l'ottenimento della cittadinanza. La norma del 1992 è tra le più restrittive in Europa: Germania, Francia e Olanda prevedono 5 anni, la Spagna - a certe condizioni - addirittura due.
La riforma, dicono promotori e società civile, porterebbe inclusione, diritti, riconoscimento del contributo economico e legale. Consentire che cittadine e cittadini di fatto lo diventino anche di diritto è giusto e democratico e significa non solo investire sul futuro dell'Italia ma guardare alla realtà attuale della società italiana. Oggi acquista di diritto la cittadinanza alla nascita solo chi è nato da madre o padre italiano. Mentre lo straniero nato in Italia può divenire cittadino solo se vi risiede legalmente e ininterrottamente fino ai 18 anni e dichiara, entro un anno dalla maggiore età, di volerlo essere. Un eventuale esito positivo del Referendum allineerebbe l'Italia alla maggioranza delle normative europee. È tempo di una nuova legge sulla cittadinanza che riconosca la realtà di un'Italia già cambiata e pronta a includere pienamente tutte le sue figlie e tutti i suoi figli. Votando Si al referendum crediamo alla possibilità di un cambiamento. Il nostro Sì può cambiare la vita di tantissimi giovani che si vedono la cittadinanza negata e con essa tante opportunità. Quanti sono costretti a rinunciare o ridefinire i propri sogni perché il requisito della cittadinanza è necessario, indispensabile per accedere a determinate posizioni pubbliche. Siamo chiamati a guardare con occhi sinceri l'Italia reale votando Si al Referendum della cittadinanza. Votare Sì significa migliorare la vita delle persone che fanno già parte dell'Italia, che sono italiane nei fatti ma non sulla carta. Sono italiane e italiani, ancora oggi, privi di un diritto che spetta anche a loro: quello di vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana. Quella che si sono cuciti addosso frequentando la scuola, quella che li rende accaniti tifosi quando a stare in campo è uno di loro con indosso la scritta "Italia". Perchè fondamentalmente, l'Italia è casa anche loro e nessuno può additarli di esser ospiti abusivi. Nessuno può guardare sotto la pelle per dichiarare quanto siano "diversi" da un'idea di italianità che guarda solo ed esclusivamente al passato. Non possiamo continuare a ignorare la loro presenza! Cittadinanza significa diritti, libera scelta, opportunità e anche doveri. Permette di partecipare agevolmente a percorsi di studio all'estero, rappresentare l’Italia nelle competizioni sportive senza restrizioni, votare, e partecipare a concorsi pubblici come tutti gli altri cittadini italiani. Il referendum non sostituisce l'importanza del dibattito parlamentare, ma è un punto di partenza necessario per una nuova legge sulla cittadinanza, più attuale e inclusiva, in una sola parola: giusta. Votiamo Sì per un'Italia più giusta ed insculiva!
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