di Adolfo Pappalardo - Il Mattino
Roberto Fico
«La Campania dovrà essere all'altezza dei sogni dei suoi giovani. Lavoreremo per questo, perché nella nostra regione possano realizzare le loro aspirazioni e i loro progetti», spiega sui social Roberto Fico che mette al centro della sua campagna non solo le aree interne ma anche le nuove generazioni. È l'«Agenda Giovani»: un programma di proposte presentato al candidato alla Regione del centrosinistra da una decina di associazioni politiche di under 30. In particolare le associazioni chiedono accesso equo all'istruzione e contrasto alla dispersione scolastica, promozione della salute mentale e rafforzamento dei servizi sanitari pubblici, partecipazione dei giovani attraverso la futura Consulta Regionale, e iniziative su lavoro giovanile, innovazione digitale e sostenibilità ambientale.
IL PROGRAMMA
Sabato il deposito delle liste ma il giorno prima, dicono dal quartier generale, è previsto l'ufficializzazione del programma elaborato in queste settimane durante i tavoli tematici con i partiti della coalizione di centrosinistra. Una trentina di pagine che l'ex presidente della Camera si impegna a mettere in pratica se dovesse salire a Santa Lucia.
Anche se, nel frattempo, il governatore uscente e il segretario regionale del Pd rimarcano come si debba tenere conto del lavoro fatto in questi dieci anni. «Il nostro obiettivo è difendere il lavoro fatto in questi anni per non tornare indietro rispetto agli investimenti nell'occupazione, nella sanità, nelle politiche ambientali, nelle infrastrutture, nelle politiche per la cultura, lo sport», rimarca Piero De Luca. E aggiunge: «Abbiamo investimenti in atto importanti che non possiamo permetterci di perdere o di rallentare. Il nostro obiettivo è quello di continuare il percorso di cambiamento che la Regione Campania ha avviato in questi anni. Il Pd sarà protagonista di questo impegno. Dobbiamo vincere le elezioni. Dobbiamo sostenere il nostro candidato Roberto Fico nell'interesse dei cittadini, delle famiglie e delle imprese. Non possiamo permetterci di consegnare la regione nelle mani di una destra che peraltro è la destra dell'autonomia differenziata, la destra che ha lavorato contro il Mezzogiorno».
IL GOVERNATORE
Attacca invece a testa bassa Vincenzo De Luca, il padre governatore, che si offre per un confronto con gli esponenti del centrodestra. Il motivo del contendere è la sanità su cui da un paio di giorni si è scatenato il duello. «Sono a disposizione a fare un dibattito sulla sanità in Campania con chiunque, candidati, membri del governo, ministri, sottoministri, per dire quello che abbiamo ereditato e il sangue che abbiamo buttato per dieci anni», attacca l'ex sindaco di Salerno ieri a margine di una cerimonia a Pomigliano D'Arco. «La sanità che abbiamo ereditato - ha proseguito De Luca - era quella del governo regionale di centrodestra: eravamo l'ultima regione d'Italia, eravamo commissariati, la sanità che abbiamo ereditato era a 103 punti della griglia Lea, cioè nei livelli essenziali di assistenza. Non utilizzavamo i fondi sanitari da vent'anni, non avevamo un piano ospedaliero né una rete di emergenza per ictus e cardiologica». Poi con i cronisti non svela il suo futuro. Se si candidi o no come semplice consigliere regionale nella sua civica oppure possa tornare a vestire gli abiti da sindaco di Salerno. Entrambi i progetti vengono accarezzati ma è ovvio che deciderà solo all'ultimo minuto: attende di capire se per incidere sul prossimo consiglio regionale bastino o no gli eletti della sua civica. «Non ve lo dico se mi candido, ma quello che è sicuro che io controllo, seguo. Ma potete immaginare che prendo 10 anni di vita e li butto al mare?», dice ai cronisti che gli domandano del suo futuro. E sottolinea come non si farà da parte. «Fare il presidente o il sindaco - aggiunge - non può essere un lavoro, anche comodo. Ti metti al primo posto a teatro, la fascia a tutte le cerimonie. Per fare le opere invece devi buttare il sangue dalla mattina alla notte perché siamo in una Regione nella quale non si muove nulla da solo. Si deve tirare per i capelli tutti quanti e poi devi fare la verifica e poi un'altra verifica e poi verificare che non si siano addormentati per strada. È un lavoro pesante faticoso e gli amministratori si dividono in quelli che realizzano cose, che cambiano le realtà e quelli che parlano e fanno cerimonie».
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