giovedì 23 ottobre 2025

La dolce vita del maestro Sabatino Sirica

Sabatino Sirica 
di Santa Di Salvo - Il Mattino

Umiltà e fama, una coppia che non va spesso insieme. Poi incontri Sabatino Sirica e ti accorgi che tutto è possibile, anche questo connubio felice che ti conforta e rimette in squadra il futuro del mondo. Decano dei pasticcieri napoletani (quasi 84 anni), ma non solo. Sirica è l'immagine dell'antidivo, del professionista disponibile che conosce la durezza (ma anche la bellezza) del lavoro. A dodici anni aggiustava biciclette in un'officina di Barra. Il destino gli riserva la sorpresa di avere di fronte il laboratorio della pasticceria Gallozza. E' amore a prima vista. Il profumo inebriante dei dolci conquista il ragazzino che preferisce il lavoro di tuttofare, gelataio d'estate e commesso d'inverno, pur di restare nel mondo magico della pasticceria. A soli 15 anni entra nel laboratorio della pasticceria Sgambati alle spalle di via Pietro Colletta. Una grande scuola, che durante il servizio militare gli servirà per lavorare nella mensa e conquistare i vertici italiani e americani di Aviano. Già allora è una piccola celebrità. Ma sceglie di tornare a Napoli per coronare il suo sogno d'amore con Elena e trovare un laboratorio in cui esprimere la sua creatività. Lavora da Scaturchio, poi a Frattamaggiore, ad Afragola, ad Aversa, a Secondigliano, a Torre del Greco. Ovunque lascia un segno, ma sta cercando il suo laboratorio. Lo trova a San Giorgio a Cremano, è il 1976. Da allora, non si è mosso più. Successo, amicizie, medaglie, proposte, anche internazionali. Ma questo è il suo regno. E come tutti i monarchi Sabatino dice che è la montagna che deve andare da Maometto. Così è stato. Imprenditori, politici, amministratori, attori, artisti, tutta la gente che conta fa la fila nel piccolo locale per avere quello che Sabatino, ancora oggi, produce con le sue mani prodigiose: la pasticceria napoletana di tradizione al suo meglio. Sfogliatelle ricce e frolle (le più buone d'Italia, con tanto di riconoscimento ufficiale); babà, pastiere, torte, dolci natalizi, torroni, panettoni e colombe artigianali.

 

"Un poeta che usa zucchero e farina" dice di lui il prefetto di Napoli Michele Di Bari. Un poeta che per la prima volta osa raccontare di sé, in un bel libro di memorie raccolte da Massimiliano Bonardi nel libro "Una vita dolce" (Le Varie, 130 pagine), biografia autorizzata e divertita che Sirica ha voluto per raccogliere fondi per l'Ospedale Santobono, da campione di solidarietà qual è, perché gli eventi di beneficenza vera lo vedono protagonista da molti anni, ovunque in Campania. Padre e nonno felice, con la nipote Ilaria che assieme al papà Maurizio è oggi il punto di riferimento della pasticceria di tradizione partenopea, Sabatino è un ragazzo speciale, un maestro giovane di spirito, un amico geniale e un pasticciere superlativo, di quelli che ti regalano leggerezza e felicità, memorie condivise e lezioni di vita. Sono caratteristiche, queste, che gli hanno consentito di intrecciare rapporti non comuni con personalità indimenticabili tra il sacro e il profano, come papa Ratzinger e Diego Armando Maradona. Il primo, incrociato sotto un caldo sole romano, mentre si fa spiegare gli ingredienti delle sue preparazioni. Il secondo, prima con l'omaggio di una torta poi con il regalo delle zeppole di San Giuseppe, che Diego divorò in macchina lungo il tragitto da Soccavo a casa sua. Non era "il pasticciere del Napoli" come scrissero in molti. Ma con l'avvento di Aurelio De Laurentiis il legame si è stretto ancora di più e Sirica è diventato amico di molti membri della Società Calcio Napoli. Cavaliere della Repubblica, settant'anni di arte pasticciera, Sirica è l'amico di tutti. Un "giovane talento", come lo definisce Antimo Caputo, che riesce a darci ancora lezioni di vita con il suo sorriso e la sua semplicità.

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