Vico Equense - Questa sera a Bonea, alle ore 19, nella parrocchia di San Giovanni Evangelista verrà ricordato Don Pinuzzo, parroco, scrittore, uomo di cultura, esponente della storia locale, con la presentazione della seconda edizione del libro Don Pinuzzo da Bonea di don Pasquale Vanacore. Don Pinuzzo è nato a Bonea nel 1907, primogenito di tre figli, fu molto devoto alla Vergine come testimoniava il suo secondo nome, Maria. Studiò presso i padri Gesuiti a Vico Equense, periodo durante il quale maturò la sua vocazione sacerdotale. In famiglia c’era una tradizione di tre zii sacerdoti: “zio prete, zio canonico e zio monaco”. Alla morte del padre si strinse ancor di più ai membri della sua famiglia, composta dalla madre Adelina, la sorella Immacolata e il fratello Adolfo. Fu ordinato sacerdote il 20 dicembre del 1930. Nel ‘36 divenne parroco di Bonea dopo che suo zio, malato, rinunciò all’incarico. Qui fondò un asilo e refettorio per bambini poveri che chiamò “Opera Madonnina dei Poveri” prendendo il nome da S. Maria Visita i Poveri così venerata in paese. La devozione alla Madonna fu tale da scrivere una poesia con lo stesso titolo. Questo asilo fu conosciuto in tutto Italia. Don Pinuzzo poeta, autore di liriche apprezzate da più parti e da personaggi del panorama letterario italiano come Diego Valeri, Marino Moretti, Ada Negri, Giovanni Papini, Mariù Pascoli, sorella del poeta, Alberto Bevilacqua. Tesseva rapporti in ambienti diversi, riceveva missive inerenti la sua attività pastorale, giornalistica e poetica da ogni parte. Tra questi Giulio Andreotti, Giorgio La Pira, David Maria Turoldo solo per ricordarne alcuni. Con la sua Olivetti ne ha fatta di strada: 50 anni di scrittura girando in tutta Italia, per ambienti in cui era conosciutissimo pur restando sempre il parroco di una frazione. La sua firma era presente ovunque. Non c’era un convegno o un dibattito, incontri senza la sua presenza. Giuseppe Prezzolini, giornalista, scrittore ed editore disse di lui: “Don Pinuzzo è un teologo: sente il dramma della Chiesa…e cerca di mantener sulla via maestra della tradizione quelli che vorrebbero correre per i sentieri della novità che sguiscia tra i problemi in selva e n’esce fuori ammonendo, avvertendo, distinguendo. Conosce i letterati d’Italia e le loro vite e darebbe loro, se potesse, adeguate penitenze, ma insieme abbracciandole”. Nelle poesie riesce a descrivere il suo animo sempre proteso verso gli altri, con versi ben modulati, niente più di quello che serve a raggiungere l’idea che lo ha spinto a verseggiare. Nella poesia dedicata ad Asturi traccia la figura dell’amico in una tensione fatta di arte e passione, ma sempre tende al bene.

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