giovedì 8 maggio 2025

Giusso, il sentiero di sedici chilometri sbarrato dal 1997

Nessun accesso ai boschi della montagna L'unico collegamento è chiuso ma spesso violato 

L'ISOLAMENTO 

di Fiorangela d'Amora - Il Mattino 

Castellammare di Stabia - La tragedia della Funivia del Faito del 17 aprile scorso oltre ad aver scosso l'intera comunità per la morte di quattro persone, ha reciso il legame tra la montagna e la città di Castellammare. L'impianto di risalita è ancora sotto sequestro e con esso, a causa dei cavi caduti nella zona collinare che stanno creando tanti disagi ai residenti, bloccata la stessa strada che da Quisisana porta a millecento metri d'altezza. Si chiama via Giusso, ricordando il Conte Girolamo, antico proprietario del monte, che la trasformò da mulattiera in strada per vendere giù in città. 

LA STRADA NEL BOSCO 

Ad oggi i circa 16 km di curve immerse nei boschi con un panorama mozzafiato man mano che ci si allontana dal caldo e dall'afa della città, è un percorso chiuso. Lo è definitivamente dal 1997 quando una frana causò la morte di 4 persone che si trovavano nelle spiagge sottostanti. Lo stesso numero di morti della tragedia della Funivia. Dal versante di Castellammare, senza la funivia, ora le attenzioni si concentrano sulla strada che va anzitutto ripulita nei canali e vasche che portano le acque a valle e poi messa in sicurezza.


Lo grida a gran voce Peppe Amato, figura storica del Faito che per oltre trent'anni ha gestito la cura della via Giusso e l'accesso alle auto. Prima del 1997 la strada è sempre stata privata, Amato era dipendente del Gruppo IRI poi diventata Fintecna, ultimo soggetto gestore che passo poi la proprietà informalmente al comune con un atto che arrivò in consiglio comunale, ma formalmente acquistata da Regione e Città Metropolitana che acquisirono il villaggio monte Faito e la relativa strada di accesso. «Nelle vasche non scende più acqua - spiega Amato - questo significa che non defluisce ed è un pericolo enorme per tutto il centro antico. Negli ultimi 20 anni in poi abbiamo contato decine di frane di piccola e media entità». Amato era anche addetto alla sbarra che fermava gli automobilisti all'imbocco della via verso il Faito, dove si pagava un pedaggio e dove oggi invece ci sono pattuglie di forze dell'ordine che ne impediscono il passaggio, visto che l'intero tratto è ancora sotto sequestro da parte della Procura di Torre Annunziata. «Dal 1973 alla fine degli anni 90 sono passate migliaia di macchine - conclude Amato - oggi avrei paura anche io a salirci» spiega. 

IL SINDACO 

«Il Comune di Castellammare - ha annunciato il Sindaco Vicinanza - già prima della tragedia del giovedì Santo aveva partecipato a un bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un progetto di riapertura per un ammontare di 10 milioni di euro, mentre altrettanti sono già stati resi disponibili da parte della Regione Campania per la regimentazione dei rivi che dalla montagna scendono a valle, in maniera da mettere in sicurezza la strada stessa. L'auspicio è quello di riuscire ad aggiudicarci il finanziamento, stiamo studiando, proprio a questo tavolo, la possibilità di trovare fonti di finanziamento alternative». 

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