giovedì 9 ottobre 2025

Chiuse le terme di Stabia: anziani in esilio sull'Isola verde

di Gimmo Cuomo - Il Corriere del Mezzogiorno

Castellammare di Stabia - Se non fosse per il contesto, la notizia passerebbe probabilmente sotto silenzio. Ma la divulgazione sul sito del Comune di Castellammare di Stabia di un avviso pubblico «finalizzato all'individuazione dei beneficiari della misura soggiorno climatico termale per anziani», avvenuta il giorno successivo all'avvio della demolizione degli edifici del complesso delle Nuove Terme, è destinata inevitabilmente a suscitare, specialmente nei cittadini di quella che, un tempo, era nota come la Città delle Acque, un mix di rabbia e frustrazione. Diciamola tutta, un'iniziativa di welfare, in sé meritoria, assume, all'ombra del Faito, tutti i contorni e il sapore di una beffa. Leggiamo testualmente: «La misura prevede la possibilità per 50 anziani autosufficienti (over 65) residenti nel comune di Castellammare di Stabia di poter partecipare al soggiorno termale a Ischia dal 16 al 22 novembre prossimi». Che aggiungere? La coincidenza temporale tra l'avvio dell'iter, che chissà quando dovrebbe concludersi (trattandosi di opere pubbliche il condizionale è sempre d'obbligo) con la realizzazione al posto dello stabilimento termale del nuovo ospedale stabiese, e la pubblicazione dell'avviso pubblico per gli anziani, rende ancora più stridente la contraddizione di una città che del termalismo aveva fatto il suo vanto e che ora è costretta a chiedere per i suoi cittadini ospitalità altrove. In questo momento, e non da ora, l'offerta termale di Castellammare è del tutto azzerata.

 

Aperte, ma solo per accogliere la scorsa estate una cinquantina di bambini del Centro storico, le Antiche Terme, nelle quali le fonti delle acque minerali sono rigorosamente recintate in attesa delle analisi necessarie per consentire la mescita. E off limits resta anche la più famosa delle acque stabiesi, quella della Madonna. Di fronte a questa scena ci si sarebbe aspettati un po' più di sobrietà da parte del sindaco Luigi Vicinanza che, invece, ha festeggiato con il governatore Vincenzo De Luca l'avvio della demolizione del plesso termale collinare. Non una parola di cordoglio per l'archiviazione di un progetto ritenuto a lungo strategico per l'economia locale, il cui fallimento è da imputare a tutte le amministrazioni (ma specialmente a quelle dell'ultimo trentennio). E alla classe dirigente, in senso lato, di una città che solo davanti alle ruspe in azione si è accorta della morte di un sogno.

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