Turismo, operatori preoccupati per il mancato rilancio del settore E la Soprintendenza smonta pure il progetto per le Antiche Terme
di Tiziano Valle - Metropolis
«Castellammare non può spegnere la sua gloriosa identità termale». E' questo l'appello che lancia Agostino Ingenito, presidente nazionale dell'Abbac, associazione che riunisce gran parte delle strutture extralberghiere presenti sul territorio, e coordinatore europeo dell'Aeo (associazione europea ospitalità). L'inizio dei lavori per il nuovo ospedale di Castellammare di Stabia, che cancellerà definitivamente la storia delle Nuove Terme sulla collina del Solaro, e i tempi piuttosto lunghi che si prospettano per un vero rilancio delle Antiche Terme, preoccupano non poco gli operatori turistici del territorio. «Seppur consapevole dell'importanza del nuovo ospedale nelle ex Terme di Castellammare di Stabia, in via di abbattimento, credo sia necessario farsi portavoce presso l'attuale governo regionale e il prossimo, di una proposta che consenta di integrare il progetto con un padiglione da dedicare alle antiche sorgenti e ad un percorso di benessere post ospedaliero e curativo», spiega Agostino Ingenito che aggiunge «sarebbe fondamentale per mantenere l'importante riferimento termale di Castellammare». «Tenuto conto di possibili economie sui fondi o un'integrazione da risorse individuabili, la realizzazione di un padiglione termale avrebbe una funzione multipla anche riabilitativa, prevedendo magari anche una piscina», dice ancora Ingenito che conclude «servirebbe a non spegnere la gloriosa identità termale di Castellammare e proiettarsi verso un percorso innovativo nelle cure ospedaliere soprattutto riabilitative».
Un modo, dunque, per tenere accesa una fiammella nella speranza di un vero progetto di rilancio del termalismo, che inevitabilmente dovrà passare dallo stabilimento delle Antiche Terme. Su questo fronte le notizie non sono confortanti. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Napoli - a fine luglio - ha di fatto smontato il progetto presentato dal Comune di Castellammare di Stabia, autorizzando di fatto solo alcuni interventi di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria della struttura, vietando invece i lavori che avrebbero consentito una nuova distribuzione degli spazi interni e gli interventi di restauro, di sostituzione degli infissi, di installazione degli ascensori e dell'impianto fotovoltaico, delle nuove pavimentazioni, della rampa d'accesso al parcheggio e della passerella d'accesso alla zona piscine, della sistemazione dell'area parcheggio e di costruzione delle nuove piscine. Una stroncatura del progetto presentato dal Comune che si potrà supeLunedì è cominciata la demolizione dell'ex hotel delle Terme. Lì sorgerà il nuovo ospedale di Castellammare di Stabia. rare solo presentando «una nuova documentazione, adeguata ad un intervento su bene vincolato, tale da superare i motivi ostativi», si legge nella nota a firma del responsabile del procedimento Valeria Fusco e del soprintendente Mariano Nuzzo. Un progetto praticamente da rifare daccapo, con il rischio concreto di perdere per scadenza dei termini un finanziamento europeo da 12 milioni di euro incassato nel 2022, proprio per le Antiche Terme. L'avvio dei lavori per il nuovo ospedale di Castellammare, tra l'altro, ha riacceso anche la discussione sul futuro del parco idropinico delle Nuove Terme e del San Leonardo. Per quanto riguarda quest'ultimo, il direttore dell'Asl Napoli 3 Sud, Giuseppe Russo, ha parlato della possibilità di realizzare una struttura a supporto del nuovo ospedale, probabilmente destinata alla lungodegenza. «Da città delle acque a città degli ospedali il passo è breve», ha commentato più di qualche utente sui social. Per quanto riguarda, invece, il parco idropinico, l'intenzione dell'amministrazione è quella di riaprirlo ai cittadini, ma l'investimento per ripristinare l'area è ingente e servirebbe un progetto per andare a caccia dei fondi necessari. Su questo fronte c'è da registrare anche la proposta del Comitato Terme di Stabia che ha chiesto di far arrivare al parco idropinico del Solaro «le acque minerali, perché non c'è nessun impedimento regionale, nazionale o europeo».

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