lunedì 22 giugno 2009

Una bara sul pianerottolo della ex, condannato

Castellammare di Stabia - Un anno fa era stato denunciato dall'ex moglie per molestie continue. Ma lui non si era arreso ad una storia finita troppo presto ed aveva continuato prima a chiederle di tornare insieme, poi era passato direttamente alle minacce. Storia di “ordinario” stalking nella periferia di Castellammare di Stabia, quello punito dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Napoli con 3 anni e 4 mesi di reclusione per l’ex marito, un 53enne stabiese, troppo invadente e violento. La vittima delle molestie e minacce era una 42enne, ex moglie dell'uomo: le occasioni di incontro erano vincolate a quelle tra il 53enne e il bimbo di 8 anni che i due hanno avuto durante i 15 anni di matrimonio. Una scusa per rivedere la donna, un pretesto per minacciare entrambi. «Se io e la mamma non torniamo insieme, vi uccido» spesso diceva al figlio che tornava terrorizzato a casa. Il 53enne aveva anche collezionato diverse denunce per violazione di domicilio, visto che tante volte si era presentato senza preavviso, forzando la porta di casa, direttamente nell’abitazione dove vivevano l’ex moglie con il figlio. «Una volta – ha raccontato la donna – ho trovato la mia auto completamente distrutta, con messaggi osceni e minacciosi nei miei confronti». Storie di persecuzioni che sono andate avanti per un anno. In un modo o nell’altro, l’uomo riusciva sempre a farla franca, anche grazie alla seminfermità mentale che gli era stata riconosciuta. «Con un’accetta in mano, un giorno ha distrutto il portone per venire a discutere con me, è stato terribile, voleva ammazzarmi e farmi a pezzi» ha raccontato ancora la donna, addirittura svegliata un mattino da alcuni vicini che avevano trovato sul pianerottolo di casa una bara con tanto di scritta alquanto inquietante: «Le porte del Paradiso sono aperte anche per te». Il tutto era seguito ad un altro episodio grave che aveva visto come sfortunato protagonista proprio il piccolo di 8 anni, minacciato dal padre. «Ci siamo affidati ad alcune perizie psichiatriche – afferma il legale della donna, l’avvocato Luigi Alfano – che hanno dimostrato una cosa importante. L’uomo non agiva perché incapace di intendere e di volere, ma perché era fin troppo cosciente. Per questo anche i giudici hanno dovuto riconoscere il reato di stalking». Una serie infinita di molestie, di vario genere, che è terminata in settimana, con la condanna del tribunale partenopeo. Il 53enne dovrà scontare 3 anni e 4 mesi di reclusione per stalking e numerosi altri piccoli reati commessi, che vanno dalla violazione di domicilio alle lesioni. (Dario Sautto il Giornale di Napoli)

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