Il segretario democratico attacca il governo: "Ghe pensi mi non è la medicina, è la malattia. Berlusconi lo dice da 7 anni e sono 7 anni che 'ghe pensa lu. Di questo si devono convincere anche i contraenti di questa maggioranza". Bonaiuti: "Governo eletto democraticamente"
"Non si può lasciare il Paese in questa situazione. Se la maggioranza non ce la fa, se non ce la fanno, bisogna pensare a qualche altra ipotesi". All'indomani del "ghe pensi mi 1" di Silvio Berlusconi e dopo l'ennesimo scontro interno alla maggioranza, il segretario del Pd Pierluigi Bersani allarga lo scenario e guarda al futuro. Ipotizzando un dopo Berlusconi ben più ravvicinato rispetto alla naturale scadenza della legislatura. Immediata la replica del governo, affidata a Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: "Prima di pensare a chissà quale altra strana ipotesi per il Paese, Bersani farebbe bene a ricordare che questo governo è il risultato di un voto libero e democratico ed ha una rotta precisa, indicata dal programma condiviso dagli elettori". "Ghe pensi mi non è la medicina, è la malattia. E ci porta contro il muro. Berlusconi lo dice da 7 anni e sono 7 anni che 'ghe pensa lu, prima o poi di questo dovranno convincersi anche i contraenti di questa maggioranza" continua Bersani parlando a una riunione dei quadri regionali del partito lombardi. "Vorrei capire - aggiunge il segretario del Pd - che cosa è migliorato in questo Paese. Credo che andiamo di male in peggio e credo che ormai stiano impazzendo. E questo perché se un governo conservatore in Inghilterra attacca la rendita finanziaria, qui in Italia invece si attaccano le tredicesime di poliziotti e insegnanti. Tutto questo vuol dire che si è davvero persa la testa". Per questo Bersani invita Berlusconi e il governo "a darsi una rinfrescata". Oppure a prendere atto "che non sono in grado di governare la nave che è senza rotta e nel contempo ci sono una quantità di problemi". Poi il segretario democratico entra nel merito. A partire dal federalismo "che da quello delle chiacchiere, ho l'impressione che sia diventato una truffa". Ricorda la manovra che penalizza pesantemente gli enti locali e si affida alle cifre: "Se si tolgono 14-15 miliardi dalla base finanziaria di Comuni e Regioni, il famoso federalismo vuol dire o 14 miliardi di servizi in meno o 14 miliardi di tasse in più. La Lega deve dire cosa ne pensa, perché noi il federalismo l'abbiamo preso sul serio, loro non so". Quindi Bersani ricorda come il Pd abbia proposto "una contromanovra che vale 24 miliardi. Vogliamo una buona volta discutere di quello che propone il Pd? C'è un'altra strada perché questa è disastrosa per l'equilibrio sociale e per la crescita del Paese. Discutiamo in modo aperto in Parlamento di come cambiare radicalmente questa manovra", propone il segretario del Pd. Infine una stoccata al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che aveva attaccato le Regioni del Sud per i fondi Ue non spesi 2. "Ricordo che è stato Tremonti stesso a ripianare i buchi di bilancio dei Comuni di Palermo e Catania guidati da cialtronissimi del centrodestra". (La Repubblica)
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