martedì 15 aprile 2025

Il Pd ora chiude le porte a De Luca I consiglieri regionali si riposizionano

Il dem Picarone: sì all'alleanza con i 5 Stelle. L'europarlamentare Topo: la mamma dei candidati è sempre incinta 

di Simona Brandolini - Il Corriere del Mezzogiorno

Che sia la fine dell'impero lo si capisce subito dai riposizionamenti in corso. Giuseppe Picarone, consigliere regionale, fino al giorno prima della sentenza, più deluchiano dei figli del presidente, è uno dei primi a dire che «l'alleanza con i 5 Stelle è buona e giusta» e ad aprire a un candidato pentastellato. Miracoli della politica. Non stupisca dunque che sia proprio l'europarlamentare Lello Topo ad esprimere la posizione più a favore del governatore. E il suo alleato (o gemello politico) Mario Casillo, invece, a distanziarsene. È un gioco delle parti. O come sintetizza sempre Topo in una battuta: «La mamma dei candidati è sempre gravida». A Santa Brigida è il giorno degli emissari di Elly Schlein, Igor Taruffi e Davide Baruffi. Anche loro recitano la parte del poliziotto cattivo e di quello buono. Tant'è che all'inizio Baruffi dice: «Non troveremo più uno come De Luca». Alla fine Taruffi detta invece la linea: «Confronto con tutti, trattative con nessuno». Men che meno con De Luca. Alleanza con i 5 Stelle avanti tutta. E tempi lunghi, visto che si vota in autunno. Con Piero De Luca c'è il fedelissimo Nello Mastursi. «Non invitato», sottolineano al partito. Il figlio del governatore si accalora nella difesa del padre. Si lamenta delle parole di Sandro Ruotolo: «Non ci sono rapporti civili nel Pd». E poi: «Il presidente ha buttato il sangue e la salute per la Campania» e «bisogna dire con chiarezza se si riparte da questi dieci anni oppure no», a voce particolarmente alta. 

C'è poi una discussione sulle liste civiche, quelle deluchiane che hanno eroso linfa alla lista dem alle scorse regionali: «Rischiamo di perdere la Campania senza le civiche», ma poi aggiunge: «mentre se le abbiamo possiamo vincere anche senza 5 Stelle». Roberto Speranza e Dario Franceschini presenziano senza fiatare. Al loro posto parlano Francesco Dinacci e Teresa Armato. «Il modello Napoli è positivo anche per la Regione». E l'assessora comunale aggiunge: «Giusto parlare di programmi e coalizione, ma anche il nome incide sull'alleanza, quindi va scelto». E in tempi non diluviani. La vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno: «Non ci sono veti nemmeno da parte mia che ho un rapporto dialettico con i 5 Stelle. Ma il candidato non può essere deciso altrove o calato dall'alto». Mollato De Luca il tema è poter incidere sulle scelte. Ma in questo Taruffi è chiaro: «Non potete pensare che la Campania non sia in un quadro nazionale. Si può discutere ma non imporre una linea, che va condivisa tra i partiti e la coalizione». Il puzzle elettorale infatti riguarda sei Regioni, non una. Il Pd avendo opzionato già Toscana e Puglia dovrebbe cedere la Campania ai 5 Stelle. Da qui il nome di Roberto Fico in pole, con gli alternativi Sergio Costa e Mariolina Castellone. Quanto al tema della continuità o della discontinuità viene risolto da Taruffi nel seguente modo: «Quando c'è un periodo di chiusura di una stagione ci sono cose positive, dalle quali sicuramente è utile e necessario ripartire, ci sono altre sulle quali è utile diciamo così provare a introdurre elementi di innovazione». Poi aggiunge: «Però è stato un confronto positivo, di merito e sono convinto che sulla base del clima che abbiamo trovato qui oggi, ci siano tutte le condizioni per determinare il risultato che abbiamo più a cuore, quello di dare risposte alle campane e ai campani sui temi fondamentali di sanità, lavoro, infrastrutture e via dicendo». Ma soprattutto i consiglieri regionali fremono. Vogliono voce in capitolo: «Il gruppo consiliare avrà un ruolo importante. - dice - Come lo hanno anche tutti i presidenti uscenti nell'individuare un candidato o una candidata». Si ascoltano tutti. Ma senza trattative. Ora i tempi. Non saranno rapidissimi, par di capire. Non ci sarà un tavolo della coalizione in Campania. Ma è indubbio che il campo largo va costruito. Perché per ora non c'è. E come dice qualcuno «non è scontato conoscendo Conte». Quanto alla figura quella dell'ex presidente della Camera è quella che politicamente può «imbullonare» l'alleanza. Metterla in sicurezza. L'ex ministro Sergio Costa e Mariolina Castellone non avrebbero la stessa forza. E Gaetano Manfredi sta dando una grande mano in questa direzione. Ma sette mesi sono un'eternità. E Fico non vuole cuocere sulla graticola e poi saltare. Mancano molti passaggi e deve scorrere molta acqua sotto i ponti.

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