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lunedì 16 marzo 2009

Felicità ...

Romano Prodi ha rinnovato la tessera del PD ed i democrat si esaltano. Dario Franceschini: "Sono felice, felice politicamente e personalmente. E so che qualche milione di elettori, dell'Ulivo prima e del Pd poi, oggi saranno felici come me". Ma Franceschini non è l'unico a godere; sentite cosa dice Bersani: “Avere in tasca la stessa tessera di Prodi mi mette di buonumore”. Per Antonello Soro, presidente dei deputati democratici "sapere che prima di molti altri Romano Prodi abbia rinnovato la tessera del Pd mi riempie di gioia e di soddisfazione". Fassino dice "È un gesto di grande valore morale e politico". Rosy Bindi è contentissima e dice: "Se c'è lui il Pd è davvero il Pd". E Marini guarda già al futuro: "il PD ora riparte". Basta poco per essere felici ...

Prodi in tv, stoccata a Veltroni "E non farò il capolista alle europee"

lunedì 16 giugno 2008

Pd: lite sul presidente, verso il rinvio

Acque ancora agitate nel Pd alla vigilia dell’assemblea nazionale della prossima settimana dove si dovranno sciogliere non pochi dubbi. A cominciare dalla presidenza dopo le dimissioni di Romano Prodi. Ora buona parte dei democratici chiede al Prof di ripensarci e rimanga alla presidenza scatenando così le ire dei prodiani che attaccano chi «prima ha preso le distanze dall’Ulivo e ora insiste perchè l’ex premier resti». Prodi, però, difficilmente tornerà sui suoi passi anche davanti al riconoscimento che l’assemblea di venerdì e sabato prossimo gli tributerà: un documento per respingere le dimissioni per poi rinviare tutto a settembre. Anche ieri, infatti, sono arrivate critiche al precedente governo. E a farle, inaspettatamente, è Franco Marini per spiegare le ragioni della sconfitta del Pd. «Nei due anni di Governo - ha detto l’ex presidente del Senato durante un convegno a Napoli - abbiamo dato l’immagine di una coalizione non in grado di governare e il cittadino l’ha capito». Un attacco, se pur velato, da parte di chi era stato chiamato a sostituire proprio Prodi alla presidenza del partito ricevendo però in cambio un rifiuto. Comunque sia la prossima settimana sarà cruciale per il futuro del Pd, ancora disorientato dalla sconfitta elettorale e sfilacciato da discussioni continue e nascite di aree e associazioni. Senza contare le tensioni scatenate sulla collocazione in Europa nel Pse (osteggiata dall’ex Margherita) e le conseguenti spinte affinché si celebri subito un congresso. «Veltroni sfiderà - spiega un dirigente del Pd - i critici dicendo ”se c’è una linea alternativa, venga fuori ora e facciamo il congresso, oppure basta con questo clima”. Ma forse solo Parisi raccoglierà la sfida mentre gli altri preferiranno mantenere i distinguo senza però spingersi a mettere in discussione il partito e il segretario». In questa situazione appare difficile che si riesca a trovare una figura ”neutra”, cioè non riferibile agli ex Ds ed ex Dl, per la presidenza ed è per questo che nelle ultime settimane si è provato a far desistere Prodi. Ma se Prodi non cede, le diplomazie sono al lavoro per cercare di convincere il Prof almeno a partecipare all’assemblea ed evitare così che la sua assenza suoni come una rottura definitiva. (Il Mattino)

Ridotti così …

Rosy Bindi sarebbe disponibile a riaprire il dialogo con Rifondazione Comunista, ma a determinate condizioni. Soprattutto se nel Prc “fossero disposti a fare una seria riflessione sui motivi che li hanno portati a ridursi cosi''. A “In mezz'ora”, il vicepresidente della Camera parla del presente e del futuro del Pd. E precisa: “Io non ho una corrente, siamo una componente trasparente, al contrario di altri che sono opachi”.

lunedì 12 maggio 2008

Ombre e luci dello Shadow cabinet

“In politica chi perde va a casa: applico a me stesso questo principio che credo tutto il Paese si aspetti dai politici”, afferma Prodi. L'ex premier durante la trasmissione “Crozza Italia live” su La7 ribadisce di non essere interessato a candidarsi a sindaco di Bologna: “Quando ho detto che mi sarei presentato al Senato per chiedere il voto l'ho fatto. Quando ho detto che non mi sarei presentato più l'ho fatto. Quando dico una cosa la mantengo. Oggi sono un iscritto al Pd e basta”. Una frecciata a Walter Veltroni, che dopo la sconfitta alle politiche non solo rimane in sella al cavallo del Pd, ma si è auto-nominato premier. Ombra, ma pur sempre premier. Con tanto di governo “ombra”, che è oggetto di due articoli proposti da la Repubblica. Uno quello del britannico John Lloyd che approva la scelta di Veltroni e gli regala qualche consiglio. Invece Stefano Rodotà è alquanto dubbioso. Secondo Lloyd, Veltroni ha fatto una mossa decisiva, che può costruire una credibilità dell’opposizione. Poi ovviamente — scrive — ci sono delle altre ragioni, meno elevate, per quella mossa: ricompensare le persone che godono della fiducia del leader, legarle a sé grazie a una sorta di responsabilità collettiva, garantirsi la lealtà di tutte “le ali del partito”, permettere ai più bravi di mettersi in mostra e al tempo stesso di rendere popolari le politiche sostenute dal partito. Rodotà sostiene invece che l’idea che basti tallonare il vero governo per svolgere il ruolo che oggi si chiede ad una opposizione è una pia illusione. “L´esperienza italiana, invece, ci dice chiaramente che il punto essenziale è ormai rappresentato dal modo in cui si definisce l´agenda politica, dunque i temi nei quali l´opinione pubblica si riconosce e intorno ai quali si coagula il consenso”. Il centrodestra “ha vinto le elezioni proprio imponendo la propria agenda”.

giovedì 17 aprile 2008

Marini NO, Ciampi SI

Che fosse scontato o no, inevitabile o no, le dimissioni di Prodi sono un atto di guerra a Veltroni. Le cronache raccontano che il prof è vendicativo, i suoi uomini sono convinti che Walter ha accelerato la fine del governo prodiano, la strategia sardo-bolognese è stata archiviata dal Pd che è andato da solo, insomma per il prof ce n'è di più di quanto ce ne fosse contro D'Alema. Strano che nessuno ragioni su quanto questa sconfitta sia invece frutto di Prodi e del prodismo. La campagna elettorale del 2006 conobbe la svolta pro-berlusconiana grazie alle intemerate di Prodi e Bertinotti su tasse e ricchezza, il dopo-voto fu contrassegnato dall'atteggiamento muscolare contro il centro-destra, il governo è stato il più pletorico della storia repubblicana, alcuni ministri (Pecoraro Scanio, ad esempio) facevano pena, si sono elevate le tasse a simbolo del buongoverno, non si è fatto praticamente nulla. E' già un miracolo che l'ex Ulivo non sia scomparso come la Sinistra arcobaleno. Leggo che oggi si parla del successore di Prodi e si fanno due nomi, Bindi e Marini. Bindi difende una politica perdente, Marini è il vecchio che avanza, tanto valeva tenerci De Mita. O nessuno alla testa del Pd o scegliete un bel vecchio vero, chessò Ciampi. (Peppino Caldarola)

mercoledì 16 aprile 2008

Prime dimissioni nel Pd

"Ora nel Pd i ruoli di responsabiltà spettano ad altri". Il premier uscente Romano Prodi, a margine dell'incontro all'Onu al Palazzo di vetro, annuncia di avere "mandato già prima di Pasqua a Walter Veltroni la lettera di dimissioni dalla presidenza del Pd". In questo senso, Prodi sottolinea come dunque la sua decisione sia maturata "a prescindere dal risultato delle elezioni". "Credo - ha aggiunto Prodi- di poter essere ancora utile, anzi molto utile, al mio Paese e all'umanita' che sta male". "La vita è fatta di futuro" ha detto indicando il palazzo di vetro dell'Onu a New York, illuminato dal sole. "La vita non e' fatta di passato". Sul proprio futuro, Prodi non ha rivelato nulla. "Per ora penso a qualche mese di vacanza sono 20 anni che tiro". Prodi spiega conversando con i giornalisti a New York, che non c'e' un nesso tra il risultato elettorale e le dimissioni che erano state decise precedenza e comunicate il 23 marzo in una lettera indirizzata a Walter Veltroni. Una nota dell'ufficio stampa del Partito democratico esprime la linea e informa che a giorni ci sarà un incontro tra Veltroni e Prodi nel quale si discuterà della volontà del Professore di lasciare l'incarico di presidente del Pd: "Di questo - sottolinea la nota - avevano concordemente deciso di riparlare insieme dopo il voto. L'incontro, previsto a breve, avverrà nello spirito di coesione e di grande unità che si è visto in questi mesi e che e' confermato dalle parole di oggi di Prodi".

martedì 11 marzo 2008

Una festa per Romano

Poche e neppure commosse parole per l'addio di Romano Prodi. Si sono spese espressioni più sentite per la rinuncia di Giuliano Amato (già pronto ad un incarico di governo con chiunque glielo proponga) che per quella di un premier discusso di cui parleranno i libri di storia perchè ci ha portati in Europa malgrado il diverso parere di Tremonti. Molti credono e dicono, neppure sottovoce, che Romano Prodi impegnato nei comizi avrebbe potuto far perdere la campagna elettorale al centro-sinistra. Spero non sia vero. Tutti i ministri e i vice-presidenti sono candidati e sarebbe folle pensare che l'anatroccolo nero sia Prodi che di tutti questi è sopra di una spanna. Leggere le dichiarazioni di Giovanna Melandri per capire quel che voglio dire. Il rapporto con il governo che il Pd propone in campagna elettorale non è felice. E' utile e necessario dare l'idea del Grande Cambio. E' troppo furbesco far finta di essere nati sotto un cavolo. C'è un elettorato di centro-sinistra che al nome di Prodi sente vibrare corde, percepisce garanzie. Insomma quest'uomo ha stabilito una connessione sentimentale con una parte del popolo del centro-sinistra. L'addio va bene, ma ci vogliono il mazzo di fiori, i discorsi e, perchè no, le lacrimucce, vanno bene anche finte. L'America è maestra anche in questo. Su amici del Pd sciogliete i cuori e fate una bella festa per Romano. A lui dovete tutto. Tanti errori ma anche il fatto di competere per il governo del Paese. Prima di lui eravamo democristiani e post-comunisti, e basta. Secondo me, gli elettori apprezzeranno un gesto di eleganza. (Peppino Caldarola)

giovedì 24 gennaio 2008

«Io non sfuggo»

"Sono qui perchè ogni crisi deve essere affrontata a viso aperto e non nei corridoi". “Sono qui perchè non si fugge davanti al giudizio di chi rappresenta il nostro popolo”. Così il presidente del Consiglio Romano Prodi al Senato. E’ stata la giornata della tragedia greca dell’Udeur: prima gli insulti, l'aggressione e l’espulsione, con tanto di sputi, da parte del capogruppo dell'Udeur Barbato. La “vittima” è il senatore Udeur Nuccio Cusumano che ha osato dichiarare il suo sì al voto di fiducia al Governo. L’intervento dell’ex Guardasigilli a Palazzo Madama è tutto un crescendo di pathos: recita una poesia di Neruda, tutto per dire, alla fine che voterà no alla fiducia a Prodi. Il Senato ha negato la fiducia al governo Prodi con 156 sì, 161 no e un astenuto. Tre senatori (Pallaro, Pininfarina e Andreotti) non hanno partecipato alla votazione. Domenico Fisichella e Willer Bordon erano risultati assenti alla prima chiama per il voto di fiducia al Governo Prodi. Al secondo appello, invece, hanno votato e Fisichella ha detto no, tra gli applausi del centrodestra, mentre Bordon ha votato a favore del Governo. “Ora occorre evitare elezioni anticipate che precipiterebbero il paese in una situazione di crisi drammatica” dice Walter Veltroni. Il leader del Pd dice di affidarsi ora alla saggezza del Capo dello Stato e aggiunge che la decisione di Prodi di portare in Parlamento la crisi aperta dall'Udeur ha permesso al Paese di “vedere chi è stato coerente con il voto degli elettori”. Anche per il capogruppo Pd al Senato Finocchiaro sarebbe “un grave danno tornare a votare con questa legge”.

L'UDEUR alle elezioni del 2006 ha raccolto l'1,4% sia alla Camera sia al Senato (rispettivamente 534 mila e 477 mila voti), confermandosi come un partito poco più che regionalista, visto che riesce a superare l'1% solo dal Lazio in giù. Non supera, pertanto, lo sbarramento nazionale del 2% previsto alla Camera, ma partecipa comunque alla ripartizione dei seggi in qualità di "miglior perdente" (lista che ha raccolto il maggiore risultato al di sotto dello sbarramento), secondo la norma prevista dalla legge elettorale appena entrata in vigore. Elegge così 14 deputati, grazie anche ai deputati candidati per "diritto di tribuna" nelle liste dell'Ulivo. Al Senato supera lo sbarramento regionale del 3% solo in Campania, Basilicata e Calabria e si verificano le condizioni per l'assegnazione di due seggi in Campania ed uno in Calabria. Lo stesso Mastella, finora deputato, viene eletto al Senato.

mercoledì 23 gennaio 2008

326 sì e 275 no

Come previsto, alla Camera nessun problema per il governo Prodi. Il presidente del Consiglio ha ottenuto la fiducia di Montecitorio con 326 sì e 275 no. Ma lo scoglio più grande resta quello di domani al Senato. Un voto che però potrebbe non esserci. Prodi potrebbe infatti recarsi al Quirinale già questa sera per rimettere il mandato. Il premier, infatti, starebbe valutando se presentarsi domani al Senato per il voto di fiducia. Una posizione emersa durante il colloquio con Napolitano, nel quale, a quanto si apprende in ambienti di Governo, il presidente avrebbe consigliato a Prodi di valutare se confermare il passaggio a Palazzo Madama per la fiducia.

martedì 22 gennaio 2008

Posso farcela

La votazione sulla fiducia che verrà chiesta dal presidente del Consiglio Romano Prodi si terraà nell'Aula della Camera domani a partire dalle 17. Lo riferisce il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli dopo la conferenza dei capigruppo, specificando che le dichiarazioni di voto avranno inizio domani dalle 15. Presidente, pensa di farcela? "Penso di sì, anche questa volta", risponde Romano Prodi ai giornalisti mentre va da Palazzo Chigi alla Camera, dove interverrà sulla crisi politica aperta dall'Udeur. Se deve cadere, il governo cade per un voto in Parlamento. Dove ciascuno dovrà assumersi le sue responsabilità davanti al Parlamento e al Paese. E se il governo non dovesse più avere la maggioranza in Parlamento, solo allora sarà formalizzata la crisi e l'unica strada sono le elezioni anticipate. Questa la linea del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, illustrata ai leader dell'Unione nel vertice di ieri a palazzo Chigi. Per Mastella l’unica via perseguibile è andare alle urne: "Noi da oggi voteremo solo contro. Il governo per noi e' morto, mor-to". Lo ripete, in un'intervista a "Il Giornale", il leader dell'Udeur ed, che sottolinea che "non" c'e' spazio per una nuova maggioranza e che non ha "nessuna richiesta" da fare a Prodi.

venerdì 18 gennaio 2008

Interim

Prodi, ha assunto l'interim alla Giustizia. L’interim è una prospettiva "limitata nel tempo", in attesa che Mastella possa tornare a ricoprire il ruolo di Guardasigilli in seguito ai chiarimenti che arriveranno dalle indagini. Questa mattina ha ripetuto: "Spero di stare per breve tempo al ministero della Giustizia", così si è rivolto ai sottosegretari alla Giustizia che sono stati ricevuti a Palazzo Chigi. A riferire le parole di Prodi, è stato il sottosegretario Alberto Maritati. Nel frattempo i coniugi Mastella ricevono tante telefonate di solidarietà. Clemente Mastella, continua a ricevere attestazioni di stima e solidarietà da molte persone esterne al mondo politico. A quanto si apprende da ambienti dell’Udeur, a telefonare a Mastella è stato persino un sacerdote missionario in Afghanistan, che gli ha espresso la sua vicinanza. Ma anche i "Papa boys" hanno voluto manifestare i loro sentimenti di affetto all’ex ministro. Ciò che più ha commosso Mastella, sempre a quanto si apprende, sono le tante telefonate ricevute da Oltreoceano: messaggi di stima, affetto e solidarietà sono giunti infatti dall’America e da alcune famiglie di emigranti, da tempo amici della famiglia del leader dell’Udeur e di sua moglie.

sabato 12 gennaio 2008

Prodi invita ogni regione a fare il suo dovere

Seconda notte di incidenti a Cagliari, scontri con la polizia: agenti feriti e sei arresti. Il questore del capoluogo sardo avverte: «in azione teppisti pagati per fare danni». Il premier Prodi invita ogni regione a fare il suo dovere. Intanto una seconda nave carica di rifiuti è partita da Napoli, questa volta verso la Sicilia. A Sorrento il sito di stoccaggio individuato dal Comune non è stato ritenuto idoneo dall’Arpac che però ha dato alcune prescrizioni per renderlo funzionale. L’amministrazione si è attivata per eseguire gli interventi richiesti. Nel frattempo le scuole restano aperte. Domani dovrebbe comunque riprendere il prelievo di rifiuti: Sorrento è stata autorizzata a trasferire cinque container in Sardegna. Anche Castellammare nei prossimi giorni potrebbe alzare bandiera bianca. Per ora a salvare la città stabiese il sito di stoccaggio di Fosso d’Orto. Ma da oggi compariranno, a firma del sindaco Vozza, manifesti che annunciano l’arrivo dell’emergenza.

martedì 8 gennaio 2008

(S)fiducia

Napoli - Quella a Pianura ed altre discariche nella provincia e nella regione «sono indispensabili nell'emergenza» attuale. Lo ha detto il presidente della regione Campania Antonio Bassolino, nella puntata di Porta a Porta di ieri sera. Sia Bassolino che il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Enrico Letta, hanno sottolineato che Pianura non sarà l'immondezzaio di tutta la Campania, ma martedì saranno indicati altri siti per lo stoccaggio temporaneo. E’ probabile, forse perfino auspicabile, che da qualche parte si stia ragionando nel merito delle cose da fare. Ma si sa assai poco. E dunque si attende di capirci qualcosa non appena il Presidente Prodi terminerà il vertice con i Ministri competenti. Nel frattempo si susseguono le dichiarazioni politiche, a sinistra Fabio Mussi dice: ''Nel dramma dei rifiuti si consuma la crisi politica del centrosinistra in Campania. Le promesse sono state tradite e gli annunci di una rinascita della vita sociale e civile sono degenerati in sistemi di potere. Ingenti quantità di risorse pubbliche sono state gettate al vento facendo incancrenire i problemi. Bisogna risolvere l'emergenza rifiuti, affrontando al tempo stesso coraggiosamente la crisi politica che l'ha provocata. La Sinistra non può, sul piano regionale e nazionale, assistere senza reagire a questa involuzione: deve assumere subito la responsabilità di un'iniziativa e di una proposta''. Anche il centro destra si organizza. I gruppi campani sono pronti a formalizzare la richiesta di mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino. Lo riferisce all'Asca il capo dell'opposizione in Consiglio Regionale, Franco D'Ercole (An). Interpellato al telefono - dopo la proposta dei tre consiglieri campani dell'Idv di essere pronti a sottoscrivere la mozione di sfiducia del governatore - sulla disponibilità dei 19 consiglieri di centrodestra, D'Ercole rilancia: ''Di una mozione di sfiducia abbiamo discusso nei giorni scorsi ed anche questa mattina (nel corso di un incontro tenuto presso il coordinamento regionale di Forza Italia, ndr). Dobbiamo solo redigerla.

mercoledì 26 dicembre 2007

Mosse disperate …

Anche il giorno di Natale, solitamente silenzioso nei quartieri della politica, è stato agitato da una polemica incandescente scatenata da un'intervista del premer Romano Prodi a Sky Tg24, con un duro attacco all'opposizione e a Silvio Berlusconi, che «con le sue grida danneggia la democrazia e il paese». Prodi si è detto stanco di questi continui attacchi al suo governo. e fiducioso per la sua tenuta: «Mi auguro che Berlusconi si sbagli. Finora questo augurio ha sempre avuto buon risultati: tutti da bambini abbiamo letto "al lupo al lupo"... Dini: quelle di Prodi sono mosse disperate. Il governo Prodi "in Senato non ha più i numeri per governare" ed è anche "assurdo" che il premier pensi che soltanto lui possa svolgere quel ruolo. A sparare contro l'esecutivo è Lamberto Dini in una intervista al Gr3. Voi quando formalizzare l'uscita dalla maggioranza? "Il governo non ha i numeri in Senato per governare - risponde a questa domanda Dini - è questo quello che oggi noi diciamo, poi, nei prossimi giorni, nelle prossime settimane indicheremo noi quale sono le misure di cui il Paese ha bisogno per riprendere il suo cammino e superare il declino. Non è con la redistribuzione - sottolinea - che si supera il declino, ma si lo si fa rilanciando l'economia e non è con quelle misure che sembra volere annunciare il presidente del Consiglio si possa rilanciare l'azione del governo".

domenica 9 dicembre 2007

Morti bianche

In «molti casi» le imprese hanno responsabilità per la piaga delle morti bianche. Lo ha affermato oggi il presidente del Consiglio, Romano Prodi, a margine del vertice Ue-Africa in corso a Lisbona riferendosi alla strage di operari nell’incendio alle acciaierie Thyessen di Torino. La responsabilità delle imprese è evidente in alcuni settori, ha specificato il Presidente: «soprattutto in alcuni settori come l’edilizia abbiamo trovato in tantissimi casi la mancanza anche delle più elementari regole di sicurezza. In un anno abbiamo messo in regola 140.000 lavoratori che erano clandestini e quindi fuori da ogni regola e protezione». Prodi, tuttavia, rispondendo alle richieste giunte dal ministro Ferrero di nuove misure legislative, ha preferito marcare la necessità di assicurare l’efficacia dei controlli. Il problema della sicurezza sul lavoro, infatti, «possiamo riflettere su questo, ma non è questo il problema. Le norme le abbiamo, serie e severe», ha detto Prodi a margine del vertice Ue-Africa in corso a Lisbona. «Il problema è farle rispettare, avere la necessaria sorveglianza, avere gli ispettori che obblighino all’obbedienza alle leggi: questi sono i provvedimenti importanti».


martedì 4 dicembre 2007

"Miracolo" Berlusconi a Napoli

Berlusconi cardinale. Che nel Duomo di Napoli armeggia con l'ampolla del sangue di San Gennaro, per l'occasione griffata Forza Italia. L'enigma è: «Si scioglie o non si scioglie (il partito)?». Il Cavaliere in paramenti sacri nasce dall'abilità dei disegnatori di «Emme» il periodico ideato da Sergio Staino e allegato all'Unità. Sulla prima pagina in edicola lunedì 3 dicembre campeggia proprio il Berlusca in predicato di «miracolo» (disegno firmato Truscia+Staino) che viene ritratto con colori stile cinemanifesto anni Cinquanta, coronato da un folla di sodali (vecchi e nuovi). Ad attendere il responso con trepidazione sono infatti Sandro Bondi, Michela Vittoria Brambilla, Emilio Fede, Marcello Dell'Utri, Fedele Confalonieri, Fabrizio Cicchitto: insomma tutta la nomenklatura, simpatizzanti compresi, del (fu) partito azzurro, scioltosi proprio ieri, domenica 2 dicembre, nella nuova compagine politica «Il Popolo della Libertà». Silvio Berlusconi giovedì pomeriggio sarà a Napoli per rafforzare la «campagna dei gazebo», in un blitz di poche ore (come al solito, movimentatissimo) e punterà ad «oscurare» la presenza di Romano Prodi che mercoledì e giovedì è a Napoli e a Nola per impegni istituzionali (il vertice con Luis Zapatero e l'inaugurazione del Vulcano Buono). L'ex premier farà un giro per il centro - probabilmente da piazza dei Martiri a piazza Plebiscito - incontrando anche le associazioni dei commercianti di Chiaia e di via dei Mille che hanno avviato iniziative di protesta, nelle scorse settimane, contro il Comune, lamentandosi per il degrado e le scarse iniziative di qualificazione delle aree dello shopping.

giovedì 1 novembre 2007

Decreto per rimpatriare gli stranieri

Veltroni è l’unico, tra i politici, che si è accorto della donna uccisa a Tor di Quinto dall’immigrato romeno. Come sindaco aveva l’obbligo di alzar la voce. Ma da neo-segretario del Pd ha avuto la prontezza di capire che quell’episodio drammatico poteva essere anche l’occasione per un colpo d’ala del governo in tema di sicurezza. Ha reclamato provvedimenti urgenti, ha messo in moto il ministro Amato, il premier Prodi, perfino il Quirinale. Prima di sera il Consiglio dei ministri si è riunito e all’unanimità ha trasformato in decreto legge (dunque con efficacia immediata) un progetto varato il giorno prima dal governo nell’ambito del «pacchetto sicurezza». In pratica, i prefetti avranno più poteri in fatto di espulsioni.

sabato 27 ottobre 2007

Senza tessere, senza sedi, senza partito …

Prodi innalza al trono Veltroni, in sottofondo le note “mi fido di te” di Jovanotti, ed è Pd. Anch’io mi fido di te Walter. “Non potrà essere un partito tradizionale di iscritti, secondo i modelli già conosciuti nel Novecento. Modelli in crisi da molto tempo e, con il calo complessivo dei tesserati e l’abnorme aumento del ceto politico remunerato, da tempo rimpiazzati nei fatti dalla prevalenza di personale politico permanente o semipermanente: un partito di eletti o nominati che cooptano tra loro altri eletti o nominati.” Eccoci dunque al partito senza adesioni. Un partito leggero. Il problema semmai è la coesione, è il radicamento. Avere un partito rintracciabile in ogni luogo d'Italia e in ogni giorno dell'anno vuole dire fare un partito vecchio, un partito "delle tessere"? No. Si può fare un partito radicalmente nuovo senza perdere di vista il punto irrinunciabile: chi partecipa, partecipa e deve avere il suo ruolo; chi aderisce, aderisce magari anche in forme collettive, prendendosi qualche responsabilità in più. Questo è un punto da decidere con immediatezza.

sabato 20 ottobre 2007

Un disegno di legge per tappare la bocca a internet

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro. I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.

mercoledì 19 settembre 2007

Alimuri: Prodi firma l’ordinanza per il risanamento del costone


Con una ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 Agosto 2007:Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare il contesto di criticità in atto nella località "Conca di Alimuri" del comune di Vico Equense, connesso alle condizioni di dissesto del costone roccioso retrostante e sovrastante lo scheletro cementizio del manufatto conosciuto come "ecomostro di Alimuri" (Ordinanza n. 3608). Si prende in considerazione la grave situazione di dissesto che interessa il costone roccioso retrostante e sovrastante lo scheletro cementizio del manufatto conosciuto come "ecomostro di Alimuri" visti anche i ripetuti fenomeni di crollo della parete rocciosa che pongono a rischio l'incolumità di coloro che continuano a frequentare assiduamente l'area, nonostante le ordinanze che interdicono il transito e la sosta di persone e cose nella zona, inibendo anche la fruizione dello specchio acqueo immediatamente antistante; Considerato, altresì, che il compimento degli interventi di consolidamento e messa in sicurezza del costone roccioso risulta necessario anche all'abbattimento dello scheletro cementizio dell' ecomostro di Alimuri, stante la necessità di garantire l'incolumità degli operatori che si troveranno ad agire nella zona. Si dispone, in sintesi, che gli oneri conseguenti all'esecuzione degli interventi nella somma di Euro 800.000,00 a carico, rispettivamente, della Società SA.AN. per l'importo massimo di Euro 500.000,00 e della regione Campania per Euro 300.000,00, conformemente a quanto stabilito dall'accordo di programma stipulato in data 19 luglio 2007.