Mercoledì si inaugura "Il volto e la storia", personale dell'artista che vive e lavora a Vico Equense, curata da Gaetano Romano
«Un'anima blu irrompe nei miei quadri » usava dire il grande artista Marc Chagall quando si serviva di questo colore. Che è quello che avviene anche nel meraviglioso mondo dipinto di blu, o anche in un azzurro oltremare, da Gaetano Di Riso, l'artista di Lettere, classe 1949, che vive e lavora a Vico Equense e che dagli anni Settanta in avanti si nutre nella sua pittura di vari rimandi culturali, quali antichi miti, simbologie e magia onirica. Si chiama "Il volto e la storia" la nuova mostra personale di Gaetano Di Riso, a cura di Gaetano Romano, che s'inaugura mercoledì alle 18,30 al Museo Matt, il Museo archeologico territoriale di Terzigno (corso Luigi Einaudi; fino al 30 giugno; orario di visita: da lunedì a giovedì 9- 13.30, giovedì aperto anche dalle 15 alle 20; venerdì 10.30- 13 e sabato 16-20, chiuso domenica e lunedì). Al Museo Matt di Terzigno, nato d'intesa tra Comune e Parco archeologico di Pompei, piccolo scrigno di tesori rinvenuti negli scavi della Cava Ranieri ( area ricadente nel perimetro del Parco nazionale del Vesuvio, dove sono state scoperte alcune ville di epoca romana), s'inseriscono una serie di grandi tele blu dell'artista Di Riso. A inizio percorso espositivo si viene accolti da un grande quadro dal titolo " La maschera di Pitagora", anche se protagonista di questo dialogo " tra volti e storia" è Adone, il bellissimo giovane amato da Venere che rappresentava lo spirito della primavera e la natura che rifiorisce. Partendo da questa suggestione, Di Riso ne ha riletto il mito ispirandosi al capolavoro in marmo della statuaria antica di Capua, risalente a II secolo dopo Cristo e che decorava l'Anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere, esposto nella sezione Campania Romana del Museo archeologico nazionale di Napoli.
Il museo che nel 2022 ha ospitato una personale di Di Riso dal titolo " E Adone non lo sa...". È un Adone che non si discosta mai dall'originale scultoreo, sempre ben riconoscibile per quanto trasfigurato, quello dipinto da Gaetano Di Riso su sfondi in azzurro/ blu. « Ho cominciato a lavorare sulla statua - ha sottolineato in quell'occasione Gaetano Di Riso - portandola simbolicamente in giro intorno ai luoghi dell'arte, è stato come documentarmi e dimostrare la mia interpretazione dei fatti. Eravamo io e Adone, viaggiatori sulla terra. Abbiamo volato su paesaggi, ponti, case, abbiamo conosciuto gli elementi, creando nuove configurazioni». Adone si ritrova nel grande trittico "I Custodi ", allestito al primo piano del Matt, ma con la testa di animale, mentre altre volte dove predominano i colori da sogno dell'azzurro e del blu sfumato, il giovane è un profilo protettivo che sorvola e osserva paesaggi urbani, in pose che riecheggiano la fantasia fluttuante di Marc Chagall. La figura di Adone è custode di una memoria antica che si pone in continuità fra passato e presente. La storia e anche quella dell'arte si muovono in senso circolare, sembra volerci ricordare Di Riso, in un vasto universo di percezioni ed opinioni nel quale "il moderno è il presente del passato" diceva il poeta T.S. Eliot.. (REN. CARA. - La Repubblica Napoli)
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