venerdì 26 dicembre 2025

Penisola Sorrentina: il miraggio della DMO tra campanilismi e occasioni perdute

Mentre il mondo corre verso modelli di governance turistica integrata, la Penisola Sorrentina resta ancorata a una gestione frammentata. L'assenza di una struttura operativa comune è oggi il principale freno alla competitività internazionale del territorio 

Penisola sorrentina - Nel panorama turistico del 2025, parlare ancora di "costituzione in corso" per la DMO (Destination Management Organization) Penisola Sorrentina suona ormai come una confessione di impotenza. Nonostante i proclami, i protocolli d’intesa e i tour promozionali della Regione Campania, la realtà dei fatti descrive un territorio che fatica a trasformarsi da "somma di sei comuni" a "destinazione unica". Il primo grande ostacolo è politico. La Penisola Sorrentina, pur essendo un’entità geografica e d'immagine omogenea agli occhi del turista straniero, rimane divisa internamente da logiche amministrative asincrone. La gestione dei flussi, la mobilità e la programmazione degli eventi continuano a seguire i confini comunali di Meta o Sorrento, ignorando che il visitatore percepisce l'intera costiera come un unico ecosistema. Senza una regia sovraordinata dotata di portafoglio e potere decisionale, ogni tentativo di coordinamento rischia di ridursi a una sterile "cabina di regia" senza muscoli. Mentre destinazioni competitor nel Mediterraneo utilizzano i dati (big data) per prevedere i flussi, gestire l'overtourism e personalizzare l'offerta, la Penisola Sorrentina si muove ancora a tentoni. La mancanza di una DMO operativa significa assenza di un portale unico di destinazione.

 

Ogni comune ha il proprio sito, spesso datato. Un marketing frammentato, dove si spendono risorse in fiere e pubblicità in modo dispersivo. Il turismo del 2026 non perdona l'improvvisazione. La Regione Campania ha tracciato il percorso con le nuove linee guida per l'accreditamento delle DMO, ma senza una reale volontà politica di cedere quote di sovranità locale a un ente tecnico e professionale, la Penisola rischia di restare esclusa dai grandi finanziamenti europei e nazionali (PNRR). Il settore privato, dagli albergatori ai tour operator, chiede a gran voce un interlocutore unico. Continuare a rimandare la piena operatività della DMO non è solo un ritardo burocratico, è una scelta politica che condanna il territorio a subire il turismo invece di governarlo. La domanda resta inevasa: la Penisola Sorrentina vuole essere una destinazione moderna o preferisce restare un insieme di borghi bellissimi ma incapaci di parlare al futuro?

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