Di fronte a una città che cambia e a problemi cronici che restano irrisolti, la distanza tra l'amministrazione comunale e la cittadinanza non è mai stata così profonda. La mancanza di una narrazione trasparente sta trasformando il legittimo dissenso in un senso di abbandono
Vico Equense - C’è un paradosso che avvolge Vico Equense in questo 2025. Da un lato le stelle Michelin che brillano e i numeri del turismo che continuano a crescere. Dall’altro, una comunità locale che si sente sempre più estranea al governo del proprio territorio. È qui che risiede il vero fallimento di questa amministrazione: non necessariamente nell’azione politica, ma nell'incapacità cronica di comunicarla, spiegarla e, soprattutto, condividerla. Il primo segnale di questo cortocircuito comunicativo riguarda la gestione dei servizi essenziali. Che si tratti della chiusura improvvisa di un tratto stradale per manutenzione, dell'erogazione idrica a singhiozzo o della raccolta differenziata, l'informazione spesso non arriva, e se arriva è tardiva, frammentaria e burocratica. In un’epoca in cui la velocità della notizia è fondamentale, l'affidarsi esclusivamente a fumosi comunicati o a post social asettici ha creato un vuoto informativo riempito inevitabilmente da fake news e malumori nei gruppi WhatsApp cittadini. L'amministrazione sembra aver investito molto sulla "comunicazione vetrina" – quella dei premi, delle inaugurazioni – trascurando la "comunicazione di servizio". Questo squilibrio proietta l'immagine di un comune che ignora il cittadino. Il residente fatica a capire perché un cantiere sia fermo da settimane o perchè rimane imbottigliato nel traffico per un evento che blocca la viabilità. Il silenzio sistematico di fronte alle critiche non viene più percepito come segno di superiorità istituzionale, ma come debolezza o, peggio, arroganza.
La mancanza di conferenze stampa aperte, di forum pubblici e di una presenza empatica sui canali digitali ha eretto un muro tra il Palazzo e la piazza. Un’amministrazione che non comunica correttamente è un’amministrazione che lavora nel buio. E nel buio, anche le buone opere rischiano di sembrare errori. Per Vico Equense, la sfida del 2026 non è solo riparare strade o attrarre investimenti, ma ricostruire un ponte di fiducia con i suoi abitanti. Senza una comunicazione che metta al centro la verità e la partecipazione, il rischio è che la "Porta della Penisola" rimanga chiusa a doppia mandata per chi quella città la vive ogni giorno.

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