di Dario Sautto - Corriere del Mezzogiorno
Castellammare - «Ci tengo a mettere in evidenza che l'instabilità amministrativa è un favore alla camorra. Le debolezze della politica cittadina hanno favorito il malaffare». Gigi Vicinanza è il sindaco di Castellammare di Stabia. Giornalista, lo scorso anno è stato votato a capo di una coalizione di centrosinistra per guidare l'amministrazione comunale di quella che fu la «Stalingrado del Sud», per decenni roccaforte «rossa» e simbolo delle lotte operaie, che tre anni fa è incappata in un commissariamento in seguito allo scioglimento per presunte infiltrazioni della camorra a Palazzo Farnese. Dopo un anno e mezzo di amministrazione, sono iniziati i malumori e le discussioni interne, che vedono come protagonisti il Partito Democratico e Sandro Ruotolo, eurodeputato eletto in consiglio comunale e suo principale sponsor. Il campo della discussione è di quelli scivolosi: legalità, lotta alla camorra, presunte infiltrazioni. Tutto è emerso dopo le ultime due inchieste dell'Antimafia, che hanno rivelato il tentativo del clan D'Alessandro di appropriarsi della gestione di tutto ciò che ruota attorno alla Juve Stabia, squadra di calcio che milita in serie B, e allo stadio Romeo Menti. E ancora, il figlio e il nipote di un consigliere comunale sono indagati a piede libero dalla Dda, mentre un altro consigliere è stato intercettato al telefono con un affiliato al clan. Nino Di Maio si è dimesso in maniera polemica, mentre Giuseppe Oscurato «è fuori dalla mia maggioranza, anche se non è indagato. Spero si dimetta anche lui --ha aggiunto Vicinanza -non ci possono essere opacità e zone d'ombra. Nel contrasto alla camorra non si possono fare sconti a nessuno».
Proprio Ruotolo, però, ieri ha diffuso una nuova dura lettera, che segue di qualche giorno quella di un ex vicesindaco, Nicola Corrado, membro della segreteria nazionale dem. Per Sandro Ruotolo «questa storia, questa giunta, in queste condizioni, è arrivata al capolinea. Il voto è stato inquinato e il consiglio comunale è compromesso politicamente e moralmente. I Comuni si sciolgono non solo per il voto di scambio --si legge nella lettera -- ma per quello che accade nella macchina comunale, negli appalti, negli uffici tecnici, nei gangli amministrativi dove i clan trovano spazio. Ho sempre detto che quando sulla questione morale intervengono gli organismi preposti, la politica ha già perso e deve fare un passo indietro. Questo è il momento della verità. Per Castellammare. Per la democrazia». Nei giorni scorsi Corrado ha parlato di una «città assuefatta. Lo sapevamo che decine di candidati al consiglio comunale sono parenti, affini, cumparielli e sodali dei camorristi? Io penso di sì ma abbiamo continuato a votarli perché dentro di noi è prevalsa l'assuefazione all'esistente inteso come equilibrio insuperabile». In soccorso di Vicinanza, però, è arrivato il segretario regionale del Pd Piero De Luca, con una nota in cui ha sottolineato il suo «impegno rigoroso contro ogni forma di criminalità». Lo stesso primo cittadino ha incassato il sostegno di De Luca e ha risposto agli attacchi: «Apprezzo tutte le sollecitazioni che mi arrivano dai membri che fanno parte della maggioranza, in direzione della sensibilizzazione della lotta alla camorra. Bisogna fare sempre di più contro la camorra, certo, sono d'accordo. Prendo per buone tutte queste sollecitazioni, ma adesso mi aspetto anche qualche proposta più concreta, specifica». Intanto, Mario D'Apuzzo, leader del centrodestra ed ex senatore di Forza Italia chiede di «ridare la parola agli stabiesi» perché «la vera antimafia non è uno slogan».

Nessun commento:
Posta un commento