Regista, sceneggiatore, scrittore e fondatore del Social World Film Festival di Vico Equense: «Nei miei lavori parlo di tempo: ho sempre la sensazione che mi sfugga dalle mani e questo mi spinge a fare sempre di più» di Antonio Di Martino e Alessandra Boccia da Metropolis
«Se mi dovessero chiedere che tipo di film faccio, risponderei "parlo di tempo". Il mio, con il tempo, è un rapporto molto complesso perché non mi basta mai. Ho la sensazione che mi sfugga dalle mani, più faccio più voglio fare». A parlare è Giuseppe Alessio Nuzzo, regista, sceneggiatore, scrittore e direttore del Social World Film Festival a Vico Equense, di cui è anche il fondatore: «È nato tutto come un sogno. Da ragazzo, a scuola, ho girato alcuni corti, uno premiato dalla Regione Campania e un altro dall'agenzia dei diritti fondamentali dell'uomo di Vienna. Dopo queste esperienze, ho capito che anche se le cose funzionavano bene per quanto riguarda il circuito scolastico, nei festival più importanti non c'era molto spazio per le opere dei giovani autori. Qui nasce l'idea di creare un festival che dedicasse uno spazio proprio a questi. La mia fortuna, allora, è stata incontrare il Capo Dipartimento del Ministero della Gioventù che ci ha dato la possibilità di finanziare le prime edizioni del Festival, dando vita a questa realtà giunta alla 13esima edizione. Abbiamo, inoltre, creato il primo monumento dedicato al cinema in Italia, il The Wall of Fame, dove tutti i grandi artisti ospiti lasciano la propria firma». Laureato in Medicina, quella per il mondo del cinema è una passione divenuta un lavoro a tempo pieno che oggi lo vede impegnato nella promozione del suo ultimo film "Quel posto nel tempo", con Leo Gullotta e Giovanna Rei, che affronta una tematica particolare: «L'Alzheimer è un tema che ho studiato e approfondito cinematograficamente negli anni, una malattia verso la quale a volte c'è ancora una sorta di pudore nel raccontarla, già affrontata in precedenti lavori.
La prima con un corto, proprio con Leo Gullotta, acquisito dalla Universal, la seconda con "Manuale sull'Alzheimer", che racchiude un lavoro di ricerca durato cinque anni. Dopo questo documentario, ci siamo resi conto che c'era ancora tanto da dire sull'argomento, un bisogno di abbattere un po' quel pudore a riguardo, e così nasce la sceneggiatura di "Quel posto nel tempo", con il quale vogliamo dare allo spettatore la possibilità di immedesimarsi nell'ammalato, nel suo punto di vista, nella sua vita fatta di incoerenze e ricordi mancanti. Il focus del film è proprio su ciò che si perde a causa di questa malattia, non solo la memoria ma anche la propria identità. Uscito nelle sale il 21 settembre, in concomitanza con la giornata mondiale dedicata all'Alzheimer, abbiamo realizzato un evento durante la Mostra del Cinema di Venezia, e a febbraio presenteremo a Los Angeles». Non solo film, quest'anno per la prima si è cimentato in un corto d'animazione dedicato al suo regista preferito: «In questo periodo sono in promozione anche col mio primo cortometraggio di animazione dedicato a Federico Fellini, regista che più mi ha cambiato. Guardando una mostra a lui dedicata mi è venuta l'idea del regista che visita la mostra, commentandola con la sua immancabile ironia». Nolan, Sorrentino e Tornatore i suoi registi contemporanei di riferimento: «"Nuovo Cinema Paradiso" è il mio film preferito perché racconta un po' la storia di ogni regista con una grande passione per il cinema, quindi mi ci sono rivisto molto. Anche le iniziali critiche che ricevette, come mi ha raccontato lo stesso Tornatore quando ho avuto l'occasione di incontrarlo, hanno reso questo film ancora più importante per me. La dimostrazione di come la vita possa essere un percorso in salita da affrontare con tutte le nostre forze. Io mi sento ancora all'inizio di questa strada», racconta, mentre ai più giovani da un consiglio: «Appassionatevi al cinema, sia quello contemporaneo che quello che è stato il "Grande Cinema" che ci ha re so celebri nel mondo, come "La dolce vita" o "8'/2"». Una vita in continuo fermento, che non conosce soste e che prova a conciliare tutti gli ambiti in cui è impegnato: «Sono molto produttivo, non aspetto la fine di un progetto per iniziarne uno nuovo infatti sto già facendo i sopralluoghi di "Come Romeo e Giulietta", mio prossimo film. Vivo e progetto tutto allo stesso modo, che sia il Festival o un film: lo immagino e lavoro affinchè tutto si realizzi come ideato». Nonostante la giovane avverrà nel 2023 con un docufilm sulle differenze tra l'industria cinematografica degli Stati Uniti e l'Italia, la nazione più premiata agli Oscar tra quelle non anglofone». Il Sud spesso viene considerata una terra che offre poco ai giovani, costretti in molti casi ad emigrare per cercare fortuna. La storia di Giuseppe testimonia come anche nel nostro territorio possano nascere grandi opportunità per i giovani: «Oggi vivo a Napoli, una scelta dettata anche dal fermento creativo nel territorio partenopeo, tra grandi fiction e produzioni indipendenti, che sta facendo crescere l'intera città dal punto di vista dei servizi cinematografici. Questo mi ha invogliato a investire in questo territorio, che ci regala continuamente soddisfazioni. La sfida per Napoli è continuare a migliorare». Infine, spazio per i progetti futuri: «A dicembre sarò impegnato come direttore della Casa del Cinema di Acerra al "Castello dei Conti" con il Festival della Commedia, unico in Italia e secondo al mondo dopo Montecarlo dedicato al genere».
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