mercoledì 6 febbraio 2013

Problema casa in Campania

Antonetti (Rivoluzione Civile) “Contrari a qualsiasi nuovo condono; ecco come può essere risolto il problema della prima casa, nel rispetto della legalità e con soluzioni tecniche” 

Penisola sorrentina - “Finalmente in piena campagna elettorale tutti i partiti sono usciti allo scoperto ed hanno chiaramente manifestato la loro contrarietà, tutti ed all’unisono, agli abbattimenti in Campania, non solo il Pdl e l’Udc e tanti altri partitini di centrodestra, ma anche il Pd che ha addirittura recentemente formulato alcune proposte, come abbiamo appreso da quotidiani regionali dei giorni scorsi. Noi di Rivoluzione Civile ribadiamo la totale contrarietà a qualsiasi forma di condono; altro profilo riguarda invece la profonda iniquità, da un punto di vista umano, sociale e costituzionale, innegabilmente diffusa e condivisa dall’opinione pubblica, in merito al problema della prima casa per i tanti cittadini campani e della penisola sorrentina, non abbienti, che non hanno avuto la possibilità di acquistare un'abitazione in città ai prezzi esorbitanti di mercato, come invece è stato finora possibile per una certa agiata e trasversale borghesia, non solo di centrodestra, ma anche composta da una sinistra elitaria e da ‘rivoluzione pantofolaia’, altamente indignata per le recenti battaglie per il diritto alla casa.

Una inusitata mole di striduli attacchi che fa da contraltare ad un assordante silenzio da parte di tanti sindaci ed amministratori locali campani, di ogni colore politico, che hanno ben pensato, pilatescamente, di tacere e non assumere alcuna posizione, pur contattando quasi quotidianamente i referenti parlamentari dei loro territori e presenziando costantemente dinanzi al Parlamento Italiano al fianco dei Comitati per il Diritto alla Casa”. E’ quanto afferma in una nota l’avvocato Giovanni Antonetti, coordinatore dell'Italia dei Valori in Penisola Sorrentina, ora a sostegno della lista civica “Rivoluzione Civile - Ingroia” per le prossime elezioni politiche nazionali. “Gli speculatori edilizi vanno contrastati con tutti i mezzi, con la cultura della legalità ed il coraggio di denunciare; volendo invece affrontare da un punto di vista tecnico/legale la questione degli immobili ad uso abitativo costituenti la prima casa, sorprenderà i tanti feroci critici il fatto che, al di là della normativa di cui al D.L. 269/2003 convertito nella L. 263/2003 (terzo condono) e tralasciando per un attimo le relative sentenze della Corte Costituzionale, esiste una piccola ed efficace norma, a tutt’oggi purtroppo inapplicata dalle amministrazioni comunali” continua l’esponente dipietrista “E’ quella prevista dal comma 6° dell’articolo 12, della legge regionale 19/2009, noto come Piano Casa della Regione Campania, inserito dalle successive leggi regionali 5 gennaio 2011 n. 1 e 27 gennaio 2012, n. 1 il quale recita testualmente che ‘Gli immobili abusivi acquisiti ai sensi dei commi 3 e 4 dell’articolo 31 del DPR n. 380/2001, su decisione del consiglio comunale assunta ai sensi del comma 5 dell’articolo 31 del medesimo decreto, possono essere trasformati, anche mediante interventi di manutenzione, ristrutturazione e completamento, in alloggi di edilizia residenziale sovvenzionata nonché utilizzati in programmi di valorizzazione o dismissione di beni comunali’. “E’ una norma pienamente condivisibile che in pratica consente ai Comuni di acquisire gli immobili abusivi e, invece di demolirli, trasformarli in alloggi di edilizia residenziale sovvenzionata. In assenza della totale impossibilità in alcune zone di realizzare alloggi di edilizia economica e popolare” conclude Antonetti “questa disposizione consente, con la garanzia di una preventiva delibera consiliare, nel rispetto dei vincoli paesaggistici, ed eccettuati i casi di rischio idrogeologico, a tanti cittadini, non abbienti, che non hanno avuto la possibilità di acquistare un'abitazione, di continuare a vivere nelle loro case. C’è un stato un gran da fare in questi mesi da parte di tanti geometri, architetti ed ingegneri, numerosi consigli comunali hanno adottato roboanti atti di indirizzo, ma a tutt’oggi non vi alcuna traccia di applicazione di questa norma a tutela dei più deboli”.

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