venerdì 15 febbraio 2013

Questione morale al primo posto

Con l’arresto di Mario Chiesa, il 17 febbraio 1992, partì l’inchiesta “Mani pulite” che di fatto pose fine alla Prima Repubblica. L’operazione, subito ribattezzata “Tangentopoli”, scardinò il sistema di collusione tra politica e malaffare, svelò l’esistenza di un livello di corruzione indegno di un Paese civile e costrinse i partiti a fare i conti con i principi di legalità e trasparenza che sono alla base della democrazia. Oggi nuove inchieste della magistratura svelano in modo inquietante che la questione morale continua a pesare come un macigno sui partiti. “Come si fa – scrive Luigi De Magistris sul suo profilo FB - a parlare di magistratura ad orologeria, quando queste inchieste esistono da vent'anni? È dal 1992 che, ciclicamente, spuntano inchieste importanti sui rapporti tra politica, affari e criminalità organizzata. Nulla cambierà finché non ci sarà una radicale destrutturazione del sistema criminale che, in modo occulto, governa il nostro Paese e finché non ci sarà una nuova ondata di politica, che metta la questione morale al primo posto. Purtroppo questi sono procedimenti che non investono solo la politica ma, come abbiamo visto recentemente, anche le banche, la finanza e le imprese. La vera sfida per ricostruire l'Italia economicamente, politicamente e culturalmente è proprio questa: realizzare una rivoluzione civile fondata sulle cittadine e sui cittadini disposti a 'metterci la faccia', con la loro biografia trasparente e con il loro patrimonio di battaglie democratiche. Temo, però, che la nuova classe politica che uscirà da queste elezioni non riuscirà a cambiare la situazione. La tristezza – conclude il Sindaco di Napoli - è che noi ancora discutiamo di Berlusconi, che parliamo di Monti che accusa Berlusconi di essere un cialtrone quando ha governato con lui, insieme a Bersani, per un anno e mezzo.”

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