Vico Equense - A partire dal prossimo 14 marzo i malati di cancro della costiera sorrentina dovranno raggiungere l’ospedale di Gragnano o quello di Castellammare di Stabia per sottoporsi alla chemioterapia. Da oltre dieci anni in penisola sorrentina è stato realizzato un centro per assistere i pazienti ammalati di cancro, sperimentando in anteprima con lusinghieri risultati, l’integrazione territorio-ospedale consentendo di mettere assieme risorse del distretto con quelle dell’ospedale e offrire un servizio altrimenti negato. Nella fattispecie sono state messe assieme le risorse professionali del distretto ( personale sanitario e parasanitario) non presenti nell’ ospedale, e logistiche dell’ ospedale realizzando locali adeguati, appositamente attrezzati con tutti i requisiti previsti dalla vigente normativa; e non di poco conto la rete di protezione , in caso di reazione avverse alla terapia, rappresentata dalla rianimazione, cardiologia, radiologia e laboratorio analisi; disponibili nell’ immediatezza. “Il servizio – ci spiega in una dettagliata relazione l’Avvocato Manola Cappiello - è andato avanti nel tempo crescendo sia nel numero degli assistiti sia nella considerazione di altri centri specializzati napoletani, Monaldi, Pascale, Cardarelli, e poi anche quelli extra-regionali, fra tutti il Regina Elena, l’ Istituto Oncologico Europeo, gli Spedali civili di Brescia etc.. Questi avendo constato la qualità del centro peninsulare hanno proposto ai propri pazienti di continuare le terapie a Sorrento, evitando di sottoporsi ad inutili disagi potendo avere quanto loro di bisogno vicino casa.
Qualcuno osserva che i numeri sono piccoli. Va considerato in proposito che il centro sorrentino è operativo solo due volte a settimana per le minime risorse umane disponibili (uno specialista ambulatoriale e due infermieri), laddove altri centri della stessa ASL NA 3, con maggiori risorse, hanno numeri in proporzione uguali se non inferiori, con l’ aggravante di non avere per i pazienti la rete di protezione che invece esiste nell’ospedale di Sorrento. Qualcuno da circa un anno invece di promuovere e potenziare il Centro, supportandolo adeguatamente, inspiegabilmente (ma fino a un certo punto) si è opposto al suo funzionamento con una sistematica azione ostruzionistica: dal trasferimento forzato in altre stanze fuori norma dell’ospedale alla mancata presenza di infermieri formati, alla delegittimazione del personale, strumentalizzando la provvisoria precarietà, etc.. Mettendo coscientemente a repentaglio la salute dei pazienti e mortificando la loro sofferenza.
Maliziosamente alcuni (chissà perché!), sostengano che il centro della penisola non è previsto nel piano Ospedaliero Regionale.
Prima osservazione: anche altro centro non è previsto nello stesso Piano Ospedaliero e comunque è in funzione nell’ASL e per di più non ha la rete di protezione che ha invece quello di Sorrento.
Seconda osservazione: tante altre cose non sono previste nel Piano Ospedaliero regionale che confliggono con ogni logica e politica di economia sanitaria e continuano la loro attività senza che sia ad essi dichiarata guerra.
Terza osservazione: il piano ospedaliero non è uno strumento definitivo, viene sottoposto a periodica revisione, in funzione delle necessità relative al bisogno espresso.
Questi i fatti.
Non si riesce a comprendere alcuna logica risposta alle seguenti domande:
laddove è possibile far funzionare un centro specializzato perché esistono adeguati locali disponibili, professionalità preparate, non c’è conflittualità con altri servizi simili nelle immediate vicinanze (il primo è a circa 30km), la domanda di assistenza in continua crescita, perché mai chiudere un centro assistenziale la cui validità è confermata dagli stessi pazienti e dall’incremento di trasferimenti ad esso di ammalati da centri specializzati napoletani e nazionali del centro nord?
Quale interesse può giustificare siffatta avversione se non l’impreparazione e la stupidità dei preposti????!!!!!
È in gioco la vita e la qualità della vita di persone che sostengono una personale quotidiana guerra con il male; guerra che, grazie ai progressi della medicina, sempre più si riesce a vincere anche se bisogna pagare un pegno fatto di ansia, paura, sofferenza, sacrifici economici, rinunce quotidiane. Questi ammalati in penisola hanno trovato chi ha tenuto in debito conto le loro necessità e con grande impegno ha voluto accompagnarli nel loro percorso di malattia sostenendoli per quanto possibile e garantendo loro le cure necessarie e sufficienti per guarire nel corpo e nello spirito. Si ricorda in proposito il sostegno alla formazione dell’ Associazione “ Diamo vita ai giorni”, di cui fanno parte essenzialmente ammalati di cancro che mettono a disposizione di altri ammalati la loro esperienza in un percorso di attività di riabilitazione del paziente oncologico. Questa Associazione ha operato nei locali di distretto, sottoutilizzati messi a sua disposizione, ed in questi giorni è attesa la stipula di una convenzione.
Come ho già detto, nei giorni scorsi in una riunione di c.d. esperti è stata decretata la chiusura del centro oncologico della penisola di Sant’Agnello- Sorrento e contestuale trasferimento del servizio al P.O. di Gragnano, a partire dal prossimo 14 marzo. È necessario sapere che a Gragnano non esiste la rete di protezione emergenziale che invece garantisce il P.O di Sorrento; con tutti i rischi correlati a reazioni allergiche ai farmaci antiblastici, e ciò in barba ad ogni cautela di risk management. Si ribadisce che i locali al terzo piano individuati nel 2005 dalla Direzione Sanitaria Aziendali posseggono tutti i requisiti tecnici necessari per la somministrazione di terapie antiblastica; così come i locali del Distretto di Sant’Agnello posti al terzo piano lato est.
La suddetta disposizione del 31\12\2005 istituì il DH oncologico Distretto-Ospedale prevedendo un protocollo operativo con validità di tre anni per le sole modalità organizzative del servizio lasciando” definiti ed immodificabili l’ organizzazione su due poli e le sedi Distrettuale e Ospedaliera e gli spazi ad essi destinati”, cioè proprio quelli occupati e utilizzati fino a maggio 2015 sia a Sant’Agnello che a Sorrento.
Strumentalmente i sostenitori della chiusura del Servizio sottolineano che la disposizione è valida solo tre anni. Sostenendo ciò confermano la grande ignoranza che connota la loro gestione : un protocollo operativo, è pacifico, non può essere definitivo perché è sempre suscettibile di modifiche in relazione a nuove norme sia di prevenzione che di innovazione tecnologica o terapeutica, e per questi ultimi motivi va aggiornato periodicamente. Immodificabile è invece l’ organizzazione prevista su due poli e sugli spazi ad essi destinati, realizzati anche con il contributo degli stessi ammalati della penisola.
Ora dunque, alla luce di quanto sopra, noi malati confidiamo nel sostegno fattivo dei Sindaci affinché con il loro intervento il centro oncologico della penisola sorrentina possa non solo sopravvivere e continuare ad assistere in loco i pazienti, ma essere incrementato, potenziato fino a diventare un polo d'eccellenza nel settore ed un fiore all'occhiello di questa meravigliosa terra dove recarsi con la certezza di essere in mani sicure. La ringrazio per l'attenzione che ha voluto riservarmi e la saluto cordialmente”.
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