giovedì 6 dicembre 2007

Prodi non è il garante dell'Unione

Tocca al segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano replicare questa mattina all'attacco portato da Palazzo Chigi a Fausto Bertinotti. "Ormai si è aperta una dialettica politica. Oggi il presidente del Consiglio non è in grado di svolgere il ruolo di garante nell'Unione", commenta Giordano. Una presa di distanza che non pare turbare però il diretto interessato. "Non sono preoccupato per niente e certamente per conto mio la legislatura va avanti", spiega Romano Prodi. Parlando della nota di ieri del sottosegretario Micheli, il numero uno del Prc aggiunge: "Ritengo inaccettabile che un sottosegretario alla presidenza del Consiglio parli di una delle più importanti cariche dello Stato accusandola di non avere senso dello Stato. Il giudizio politico sul governo è ben altra cosa rispetto a quella critica". E, visto che Prodi non fa più da garante, "per questo bisogna andare a una verifica in gennaio, per delineare nuove priorità per quel programma di governo che alla fine è stato stracciato". Tra i nodi da sciogliere lungo il percorso dell'esecutivo, uno dei primi a venire al pettine sarà quello del pacchetto sicurezza, costato ieri alla maggioranza diverse battute di arresto in Senato. "Se tutta la coalizione sosterrà le modifiche unitariamente condivise - avverte Giordano - votiamo sì, se no valuteremo le conseguenze". "Non è con noi che deve prendersela Amato, e lui lo sa", aggiunge il segretario del Prc a proposito della minaccia di dimissioni del ministro dell'Interno in caso di bocciatura del provvedimento.

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