lunedì 31 dicembre 2007
Pane amore e ...
Meta - La vicenda dell’appartamento di palazzo Cosenza, meglio noto come villa Giuseppina, in passato set del film «Pane amore e ...», rischia di sollevare un polverone di polemiche. Dopo che il consiglio comunale aveva deciso di esercitare il diritto di prelazione, a causa di un ritardo nella notifica del provvedimento ai proprietari, è sfumata (per scadenza dei termini) la possibilità di acquisire al patrimonio pubblico la parte della villa vanvitelliana messa in vendita. Questi i fatti. Il Comune, saputo che i proprietari avevano messo in vendita l’immobile, decide nei mesi scorsi, di esercitare il diritto di prelazione che la legge consente per gli edifici di interesse storico vincolati da una norma del 1939. Ma per esercitare tale diritto è necessaria una speciale autorizzazione del ministero per i Beni Culturali, la quale viene notificata al palazzo di via Municipio pochi giorni prima di Natale. Ma è troppo tardi, i termini sono già scaduti. «Abbiamo fatto il possibile per riuscire a notificare in tempo il provvedimento ai proprietari per acquistare la villa, purtroppo gli iter burocratici sono stati così lenti da non consentirci alcuna scappatoia, meno che mai in prossimità della festività», spiega l'assessore al patrimonio Antonino Russo. C’è da dire però che fin da quando la vicenda è approdata per la prima volta in Consiglio comunale la strada per acquistare l'appartamento di villa Giuseppina si mostrava lastricata di intoppi. Non a caso sia l'assessore al bilancio sia quello al patrimonio si dichiararono contrari all'esercizio del diritto di prelazione. «Le mie motivazioni erano e sono di carattere personale ma questo non mi ha impedito di fare il possibile per riuscire a portare a termine il mandato ricevuto dal Consiglio», precisa Russo anche per allontanare il sospetto di aver boicottato l'operazione. E l’opposizione già annuncia battaglia, con Tobia Cafiero che sottolinea «la pessima figura fatta anche in questa occasione dalla maggioranza». A questo si aggiunge il fatto che gli uffici comunali, per reperire i fondi necessari all’acquisto della villa (circa un milione di euro), erano stati costretti a un vero tour de force per cercare di vendere garage e appartamenti pubblici. (Francesco Aiello il Mattino)
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