giovedì 13 dicembre 2007
Se le Regioni non riducono le comunità montane interviene lo Stato
Le regioni dovranno ''riordinare'' la disciplina delle comunità montane, con effetti sulla riduzione della spesa corrente. Altrimenti, interverrà lo Stato, applicando dei paletti. Lo prevede uno dei maxiemendamenti alla finanziaria, su cui il governo porrà la questione di fiducia. Le regioni, si legge, dovranno concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della finanziaria, quindi, provvedono con proprie leggi al riordino della disciplina delle comunità montane. L'obiettivo, si spiega nel testo, e' quello di ridurre a regime la spesa corrente per il funzionamento delle comunità montane stesse per un importo pari almeno ad un terzo della quota del fondo ordinario dei comuni e province, assegnata per l'anno 2007 all'insieme delle comunità montane presenti nella regione. La 'correzione' dovrà essere effettuata tenendo conto dei seguenti principi fondamentali: riduzione del numero complessivo delle comunità montane, sulla base di indicatori fisico-geografici, demografici e socio-economici. Inoltre dovrà essere ridotto il numero e contenuta la spesa per l'indennità dei componenti degli organi rappresentativi delle comunità montane. In caso di mancata attuazione della norma si stabilisce che cessano di appartenere alle comunità montane i comuni capoluogo di provincia, i comuni costieri e quelli con popolazione superiore a 20.000 abitanti. Vengono inoltre soppresse le comunità montane nelle quali più della metà dei comuni non sono situati per almeno l'80% della loro superficie al di sopra di 500 metri di altitudine. Che diventano 600 nelle zone alpine. Infine vengono soppresse le comunità montane che risultano costituite da meno di cinque comuni, salvo poche eccezioni. (Adnkronos) (foto Giuseppe Guida Presidente Comunità Montana Monti Lattari – Penisola Sorrentina)
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