sabato 20 dicembre 2008
Condono edilizio verso la proroga
Sorrento - Si profila un nuovo slittamento dei termini per la definizione delle pratiche di condono edilizio. Lunedì prossimo il Consiglio comunale di Sorrento è chiamato a deliberare sulla proposta di proroga elaborata dal vice sindaco con delega all’Edilizia privata, Saverio Iaccarino. Al momento le scadenze sono fissate nel prossimo 31 dicembre per le istanze relative alle sanatorie del 1985 e del 1994, e nel 30 giugno 2009 per le richieste di condono riferite alla legge del 2003. Se la proposta del vice sindaco Iaccarino sarà approvata, tutti i termini slitteranno di un anno. Le pratiche riferite alle sanatorie del 1985 e del 1994 scadranno, quindi, il 31 dicembre 2009 e quelle relative al condono del 2003 saranno posticipate al 30 giugno 2010. Una prima proroga di sei mesi era stata già stabilita lo scorso mese di giugno dal Consiglio comunale. Le prime scadenze, infatti, erano fissate al 30 giugno scorso per le istanze riguardanti le leggi 47/1985 e 724/1994 ed al 31 dicembre prossimo per la 326/2003. Ora, salvo sorprese, i termini saranno ulteriormente prorogati di un anno. «La decisione di chiedere il nuovo rinvio – sottolinea il dirigente dell’Ufficio condono del Comune, l’architetto Francesco Saverio Cannavale – nasce dalla volontà dell’amministrazione di consentire a tutti di mettersi in regola. In questi primi mesi abbiamo ottenuto un’eccezionale risposta da parte dei cittadini, ma la complessità di alcune pratiche ha di fatto ingolfato gli studi tecnici». Il Comune di Sorrento ha attivato la procedura per la definizione delle pratiche di condono a dicembre dell’anno scorso. Le istanze presentate nel corso degli anni sono in totale 3534: 1382 relative alla sanatoria del 1985, 1478 per quella del 1994 e 674 per il condono del 2003. La procedura di definizione consente ai richiedenti di presentare gli eventuali documenti mancanti nella pratica per poter poi ottenere la concessione in sanatoria. Al momento sono 550 i fascicoli completati con tutti i documenti richiesti dall’ufficio Condono. Di questi 250 sono già stati esaminati e chiusi con l’assegnazione della concessione. Ogni pratica viene sottoposta prima al vaglio della commissione edilizia integrata del Comune e poi della soprintendenza. Le autorizzazioni rilasciate hanno consentito al Comune di incassare finora circa 1,2milioni di euro tra oneri concessori, diritti di segreteria e sanzioni risarcitorie per il danno ambientale. Una cifra che dovrebbe consentire all’amministrazione di rispettare i vincoli previsti nel patto di stabilità. «Il nostro obiettivo non è, però, quello di fare cassa – precisa il vice sindaco Saverio Iaccarino -. Anzi, è esattamente il contrario. Molti cittadini hanno lamentato di non poter pagare gli oneri concessori a causa delle difficoltà economiche che attraversano in virtù della congiuntura negativa. Il rinvio nasce, quindi, anche dalla necessità di dare un segno di disponibilità dell’amministrazione verso queste persone». (Massimiliano D’Esposito il Mattino)
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1 commento:
Benedetto terremoto
Tramontata ogni ipotesi di devastazione edilizia
Il terremoto che ha devastato nei mesi scorsi l’Abruzzo, a fronte di lutti e rovine, ha provocato alcuni effetti benefici, tra i quali, soprattutto, l’aver troncato sul nascere l’ipotesi di condono edilizio generalizzato, che il governo voleva varare con la speranza di dare un impulso all’economia boccheggiante.
Si sarebbe trattato in pratica di una parziale abolizione della concessione edilizia, sostituita da una specie di autocertificazione per permettere cospicui aumenti volumetrici. Si è parlato del 10 - 20 - 30% a disposizione dei proprietari di immobili desiderosi di un ampliamento.
Il nostro amato Presidente aveva salutato il nuovo provvedimento come una assoluta novità, una sorta di evento rivoluzionario, mentre non sarebbe stato che il ripetersi di un diffuso malcostume, che negli ultimi decenni ha cementificato le coste, offeso il paesaggio, creato milioni di metri cubi di seconde e terze case inutili, favorita spudoratamente la speculazione del singolo a danno del bene comune.
Una crescita disordinata senza un vero progresso prodotta da un rapporto ingordo verso il mattone.
Naturalmente Berlusconi, il quale nasce come costruttore, al solo odore del cemento ed alla vista delle gru raggiunge l’orgasmo più che al contatto, vero o virtuale, con 100 Noemi, ruggisce come una fiera al richiamo della foresta, ma gli Italiani in questo momento non hanno certo bisogno di una edilizia selvaggia senza leggi e piani regolatori, in grado di creare smisurati arricchimenti per pochi privilegiati.
Fortunatamente il governo, pur avendo una larga maggioranza ed utilizzando impunemente il meccanismo del decreto legge, che ha umiliato il parlamento al ruolo di notaio di decisioni cadute dall’alto, si serve dell’annuncio di un provvedimento come una liberatoria panacea di ogni problema, alla stregua delle manzoniane grida, che non incutevano timore e lasciavano irrisolta ogni questione.
Achille della Ragione
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