di Filomena Baratto
Sorrento - Ieri sera, alla Libreria Indipendente di Mimmo Bencivenga a Sorrento, per la rassegna Donne a confronto, gran bella serata con Maria Elefante col suo romanzo “Le figlie della fortuna”, Graus Editore. Presenti, oltre all’autrice, Valeria Jacobacci, Serena Cirillo per la lettura dei brani, Delia Di Giovanni e Massimiliano Vede.
Il romanzo racconta tre generazioni di donne, in quasi cento anni di storia, custodi di segreti e valori che si misurano con una oscura maledizione. Una storia di terra, quella di Moregine a Castellammare di Stabia, che si snoda dall’inizio del Fascismo attraverso la Liberazione fino all’Italia libera e cristiana. L’autrice, come nelle fiabe, che iniziano col magico “C’era una volta”, allo stesso modo racconta il suo legame per la propria terra che si fa preghiera quando le sue sorti sembrano volgere al peggio. Una terra distrutta e depauperata delle sue forze vitali, perduta per l’ignoranza e le credenze, i malintesi e avidità. Una terra perduta che si trasforma in luogo di rifiuti tossici, quella stessa terra ubertosa che gli antichi avevano coltivato e imparato ad apprezzare per il ricco humus, l’aria e il mare. Una storia che racconta la vita delle donne capaci di grandi sacrifici, in famiglie matriarcali dove gli uomini si rivelano poco attenti e incisivi nella gestione e nelle contingenze della vita. Uno spaccato di vita che procura delle ferite profonde, difficili da rimarginare. Con registri linguistici diversi che vanno dal napoletano antico all’italiano più forbito fino al latino, l’autrice riesce a penetrare la realtà dei personaggi scoprendo un mondo di superstizioni, di religiosità, di ignoranza, di cattiveria.
Una vena verista risalta nelle pagine del romanzo, soprattutto quando diventa denuncia del degrado e dell’abbandono e porta alla luce verità nascoste e di pesanti responsabilità. L’autrice svolge un’approfondita disamina dei fatti realmente accaduti riportandoli con minuziosa cura, essendo lei una profonda conoscitrice del suo territorio.
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