Maria Triassi |
Fonte: Fabrizio Geremicca da Il Corriere del Mezzogiorno
«Chiariamo subito: non è in corso nessuna epidemia. In media nella nostra regione si registrano una trentina di casi all'anno e siamo all'interno di tale statistica per il 2016. Non ho notizia di una eccedenza di casi tale da far sospettare una epidemia di meningite in Campania. Non siamo, per intenderci, nelle condizioni, quelle sì preoccupanti, della Toscana». È decisa e non ha dubbi l'infettivologa Maria Triassi, docente di Igiene generale ed applicata alla Federico II. L'ultimo caso che ha provocato la morte del 18enne di Agerola riaccende l'attenzione sulla meningite e sulle possibili cause di contagio e di proliferazione del batterio che porta alla patologia che, in qualche caso, può essere anche mortale. Cosa è la meningite e quali sono le cause che la provocano? «È una malattia infettiva che si propaga per via aerea. Il più frequente fattore di trasmissione è un batterio che si chiama meningococco. Ci sta pure una meningite di origine virale ed una da escherichia coli. L'elemento che accomuna le diverse forme è l'infiammazione delle meningi, le membrane che, all'interno del cranio, circondano l'encefalo. Strutture molto delicate ed importanti». Quali sono i sintomi che devono allarmare? «Mal di testa forte, febbre molto alta, rigidità del collo, vomito incoercibile. In questi casi meglio andare al Cotugno».
Come minimizzare i rischi di contagio? «I luoghi più a rischio, poiché la malattia si propaga per via aerea, sono ovviamente quelli sovraffollati. Per fortuna il batterio responsabile della gran parte dei casi di meningite è estremamente sensibile. Una ottima profilassi per ridurre le occasioni di contagio è, dunque, favorire il ricambio di aria. A scuola, negli asili, nelle aule universitarie sarebbe quanto mai opportuno aprire la finestra ogni ora. Suggerirei, inoltre, di vaccinare i bambini e gli adolescenti, che sono i più esposti proprio perché trascorrono molte ore in luoghi sovraffollati come le scuole». II vaccino copre contro qualunque forma di meningite? «No. Offre però una buona copertura rispetto a quattro ceppi del meningococco C». Quale è la terapia per chi abbia contratto la meningite? «Se di tipo batterica, va curata con gli antibiotici. Se è di origine virale gli antibiotici non servono e si agisce sui sintomi, in primis la febbre alta, per minimizzare i rischi ed i danni all'organismo». I casi di morte da meningite, per fortuna, restano relativamente sporadici. Quali fattori fanno sì che un ammalato muoia e molti altri superino indenni questa patologia? «Dipende da tante variabili. Per esempio dalla situazione immunitaria del soggetto colpito, dalla virulenza del ceppo, dalla precocità della diagnosi e delle terapie». C'è in questo momento una malattia infettiva per la quale riscontrate un incremento di casi in Campania rispetto al recente passato? «Si registra una risalita degli episodi di tubercolosi. Una patologia a volte severa, a volte subdola, che può provocare complicanze importanti».
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