«Piani pensionistici» per i consiglieri e gli assessori con le stesse regole della Camera. Stesse regole dei deputati, estese anche agli assessori
Fonte: Gerardo Ausiello da Il Mattino
Regione Campania - Il vitalizio esce dalla porta e rientra dalla finestra. Succede nella tarda serata di sabato, quando sul tavolo della commissione Bilancio del Consiglio regionale, presieduta dal deluchiano Franco Picarone (Pd), arriva il maxi-emendamento alla legge di stabilità messo a punto dalla giunta d'intesa con la maggioranza. Un mare magnum di interventi tra i quali spunta, all'articolo 5, la norma che disciplina il trattamento previdenziale. E qui viene il bello.
La finta abolizione
Stando all'incipit dell'articolo 5 sembra che tutto fili liscio: «Al fine della ulteriore riduzione dei costi delle istituzioni regionali, del contenimento della spesa pubblica e della tutela delle finanze regionali, l'istituto dell'assegno vitalizio spettante ai consiglieri regionali è soppresso». Ma la precisazione è assolutamente pleonastica se si considera che la legge regionale numero 1 del 27 gennaio 2012 aveva disposto, in pieno clima da spending review (ricordate l'incubo spread?), che «a decorrere dalla × legislatura (cioè quella in corso, ndr) è soppresso l'istituto dell'assegno vitalizio spettante ai consiglieri regionali». In pratica si abolisce ciò che era già stato abolito. Eppure si sente il bisogno di precisarlo ugualmente, quasi per giocare d'anticipo e mettere, come si suoi dire, le mani avanti.
Stesse regole dei deputati
Sì, perché subito dopo si stabilisce che il sistema previdenziale «è basato sul sistema di calcolo contributivo secondo la medesima disciplina prevista per i componenti della Camera dei deputati», mentre sempre la legge 1 del 2012 aveva equiparato il sistema previdenziale dei consiglieri regionali a quello dei dipendenti pubblici, non certo degli onorevoli. Se dunque la norma riceverà il via libera in aula la Regione sarà costretta a sborsare molti più soldi. Un'iniziativa che stride fortemente con la riduzione de i costi della politica annunciata pubblicamente dal governatore Vincenzo De Luca. Vediamo perché. Sempre all'articolo 5 si legge che «la quota di contributo a carico del consigliere regionale è pari all'8,80 per cento della base imponibile». Ma c'è anche una consistente quota di cui deve farsi carico il Consiglio regionale, che «è pari a 2,75 volte la quota a carico del beneficiario». Se dunque di piano pensionistico si tratta, è finanziato anche con ingenti risorse pubbliche.
Benefici estesi agli assessori
C'è, poi, un'altra novità, destinata a far discutere forse come o più di tutto il resto. Tali benefici, destinati ai consiglieri regionali, vengono infatti estesi anche «ai componenti della giunta regionale, ivi inclusi quelli che non rivestono la carica di consiglieri regionali». Ovvero gli assessori non eletti, ma nominati dal presidente della giunta. Che sono invece stati esclusi da sistemi previdenziali in quasi tutte le altre Regioni italiane.
La denuncia di Ciarambino
In commissione Bilancio il maxi-emendamento con all'interno questa sorta di vitalizio 2.0 è stato approvato a maggioranza, con i voti contrari di centrodestra e Movimento 5 Stelle. Solo la grillina Valeria Ciarambino, con un comunicato stampa ad hoc, è però insorta per denunciare tale circostanza: «L'artìcolo 5 non solo non cancella i vitalizi, ma accresce i privilegi della casta - tuona - Infatti coloro che già percepiscono vitalizi, perché sono stati consiglieri e assessori regionali, parlamentari e eurodeputati, con l'approvazione di questa legge-porcata percepiranno in aggiunta anche la pensione con il sistema contributivo. È un fatto gravissimo e scandaloso che mostra il vero volto di De Luca e della sua maggioranza, solo qualche settimana fa lo stesso governatore aveva annunciato che con la legge di stabilità 2017 avrebbe attuato il taglio dei costi della politica...». Mercoledì in aula, dove la legge di stabilità arriverà per la discussione generale e l'approvazione, sarà dunque battaglia. Anche perché il provvedimento verrà accompagnato da una valanga di emendamenti: 60mila solo quelli presentati dal capogruppo di Forza Italia Armando Cesaro: «È chiaro che, di fronte ad una manovra improponibile che aumenta solo le tasse alle imprese e riduce i fondi a sostegno delle famiglie senza programmare nulla per lo sviluppo della nostra regione, pretenderò annuncia Cesaro - di discutere ogni singolo emendamento proposto».
Nessun commento:
Posta un commento