Nicola Oddati |
Un partito spaccato anche se oggi voteranno i circoli «ribelli». Con Nicola Oddati che, ieri con la firma al ricorso ai magistrati, ha smesso di fatto i panni del candidato-non candidato per indossare quelli del ricorrente. «Ci ho pensato molto prima di mettere la mia firma perché è un atto molto impegnativo ma sono state troppe le violazioni. Per Statuto ora potrei essere cacciato dal Pd, lo facciano pure: io dovevo tutelare i miei diritti», dice. E ora dopo il ricorso (preparato dall'ex sindaco Riccardo Marone) chiede ai suoi, riuniti ieri sera al Lanificio, di andare avanti: «Potete firmare anche voi, fare una class action: partendo dai 4500 iscritti del 2017 a cui è stato impedito di votare a questo congresso». Ed infatti la platea è uno dei punti più contestati. «Vizi procedurali a partire dal pronunciato della Commissione Regionale secondo cui non sono stati rispettati i termini per convocare le votazione. In più la stessa Commissione Regionale asserisce che la platea di iscritti non era regolare: quella del 2017 non è stata certificata e quella del 2016 non poteva essere usata. Non c'entra niente che sia stata certificata e abbia eletto Renzi segretario. Dopo di allora c'è stata una scissione del partito. Paradossalmente potrebbero aver votato anche chi è uscito dal partito, ha spiegato Marone riguardo al ricorso presentato.
Una battaglia che si pensava ormai solitaria (o quasi) di Oddati ma che invece vede compatti i suoi grandi sostenitori. «La strada del congresso, con regole chiare e condivise e con il pieno rispetto dei principi statutari, rimane per noi una strada irrinunciabile per provare a ricostruire credibilità e riconoscibilità del Pd a Napoli e nell'area metropolitana. Sino ad oggi di fronte alle tante sollecitazioni abbiamo registrato soltanto chiusure. Il ricorso alla giustizia ordinaria, per quanto atto forte e difficile per tutti noi, rimane - dicono i consiglieri regionali del Pd Enza Amato, Antonella Ciaramella, Gianluca Daniele, Bruna Fiola e Antonio Marciano, i parlamentari Pd Leonardo Impegno e Valeria Valente e l'eurodeputato Pd Andrea Cozzolino presenti ieri sera all'incontro - l'unico modo per affermare le ragioni della trasparenza, della partecipazione e della legittimità democratica». E così il Pd di Napolisi ritroverà comunque con un congresso spaccato e un ricorso urgente di sospensiva i cui esiti potrebbero arrivare nel pieno della campagna elettorale per le politiche. Vedremo. Comunque sia si vota oggi nei 28 circoli che domenica scorsa hanno lasciato le serrande chiuse e congelando, quindi, lo spoglio. Dopo una notte di braccio di ferro al Nazareno in cui è prevalso il duo Lotti-Guerini (con avvallo di Matteo Renzi) su quello Martina-Orfìni. Intanto oggi la querelle si chiuderà con le operazioni di voto dalle ore 8 alle 13 e la consegna dei plichi sigillati presso la federazione entro le 16sempre di oggi. I kit per le votazioni, fanno sapere dal Pd di via Toledo, sono stati ritirati da tutti i 28circoli (in caso contrario sarebbe scattato il commissario per il voto) e giovedì, dopo lo spoglio, si procederà all'assemblea dei delegati per eleggere il nuovo segretario di Federazione. Con risultato scontato; la maggioranza sarà appannaggio di Massimo Costa (sostenuto da area Dem, Topo, Casillo, area Orlando e pittelliani) contro l'outsider Tommaso Ederoclite. Mentre a Oddati nessun delegato visto che non ha presentato le liste a sostegno. Comunque un congresso monco. Ma è finita così. Per ora.
Nessun commento:
Posta un commento