Sorrento - Si terrà, presso il Teatro Tasso in Sorrento il 4 dicembre 2017 dalle ore 15,30 , un seminario dal titolo Ingegneria
Naturalistica e tutela del paesaggio patrocinato dal l’Ordine dei Geologi della Regione Campania, Ordine degli
Ingegneri della Provincia di Napoli, l’Associazione Ingegneri Penisola Sorrentina, l’Ordine degli Architetti
Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia, Fondazione l’Ordine degli Architetti Pianificatori
Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia.
Al convegno parteciperanno sia esponenti del mondo universitario che professionale (Geologi, Ingegneri, Agronomi,
Dottori Forestali,Architetti, Geometri, ecc) nonché esponenti della Pubblica Amministrazione con formazione
diversificata (Agronomia, Botanica, Geologia, Idraulica, Geotecnica, ecc.) che affronteranno tematiche legate
all’utilizzo delle piante per la mitigazione dei rischi idrogeologici e la tutela del paesaggio.
Nell’ambito del seminario tra le relazioni quella dei Geologo Giuseppe Doronzo e del Geologo Simone Inserra
dell’A.I.P.I.N. (Associazione Italiana Per l’Ingegneria Naturalistica) Sez. Campania , con una presentazione
inerente “Dalle aree percorse da fuoco alla riqualificazione dei contesti urbani degradati : azioni e strategie con
tecniche di Ingegneria Naturalistica”.
“C’è una cosa che viene prima di ogni altra: l’ambiente dove viviamo” questo quanto dichiarato da Doronzo che ha
puntualizzato come durante il seminario illustrerà tra l’altro una serie di interventi realizzati egli ultimi per la
mitigazione del rischio idrogeologico a seguito di incendi .
“Come noto – ha continuato Doronzo - il fenomeno degli incendi ha assunto ormai da tempo una drammatica
importanza in relazione, non solo, agli aspetti di impatto visivo in aree di elevato pregio ambientale, ma anche di
distruzione degli ambiti naturali del territorio e di sicurezza pubblica, nonchè in relazione alle problematiche indotte
sull’assetto idrogeologico del territorio”
Tale problematicità è particolarmente evidente nell’intera Campania ove nell’estate 2017 le fiamme hanno mandato in
fumo tra maggio e luglio 13.037 ettari di superfici boschive, quattro volte la superficie bruciata in tutto il 2016 . In
particolare gli incendi nel 2017 hanno coinvolto in Campania 24 Siti di Importanza Comunitaria, 6 Zone di
Protezione Speciale e 13 Parchi e Aree protette
“Vi è bisogno – ha continuato il vicano Doronzo - della tutela il patrimonio territoriale campano e dunque in primis
dell’incolumità dei cittadini che consenta anche di evitare emergenze che portano ad uno spreco di danaro pubblico
senza alcuna risoluzione dei problemi legati al dissesto idrogeologico”.
PREVENZIONE! Questa sembra la principale strada possibile – ha dichiarato Giuseppe Doronzo, - per la
mitigazione del rischio idrogeologico. Bisogna essere chiari con la pubblica opinione: a seguito degli incendi sono
spesso consequenziali fenomeni di dissesto idrogeologico. Le conseguenti possibili frane, alluvioni, esondazioni, nella
maggior parte dei casi non si tratta di calamità naturali ma di eventi naturali che un approccio errato con un “territorio
fragile” trasforma in vere e proprie tragedie! Non dimentichiamo che, secondo i dati dell’Ispra, sono in Italia 7.145
comuni classificati ad elevata pericolosità idrogeologica (oltre l’88% del totale ). Inoltre dal 2010 al 2016, stando
alle stime del Cnr, le sole inondazioni hanno provocato nella nazione la morte di oltre 145 persone e l’evacuazione
di oltre 40mila persone . Per non parlare dei danni economici causato dal maltempo e che solo nel triennio ( 2013-
2016 ), secondo i dati dell’unità di missione Italiasicura, è di circa 7,6 miliardi di euro .
“Interventi di prevenzione strutturale troppo spesso puntuali e non ispirati ad un approccio sistemico non bastano e
possono addirittura accrescere il rischio”. Così ha concluso Doronzo : “per una prevenzione efficace occorre una
filiera virtuosa, nazionale e locale con enti in sinergia. L’ attività di prevenzione deve prevedere un approccio
complessivo, che sappia tenere insieme le politiche urbanistiche, una diversa pianificazione dell’uso del suolo, una
crescente attenzione alla conoscenza delle zone a rischio, la realizzazione di interventi pianificati su scala di bacino,
l’organizzazione dei sistemi locali di protezione civile e la crescita di consapevolezza da parte dei cittadini ; e
L’ Ingegneria Naturalistica per le sue caratteristiche di adattabilità, dinamicità, basso impatto ambientale, ben si
presta ad intervenire cin questa modalità ed in contesti particolarmente sensibili”.
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