domenica 26 novembre 2017

Archeologia sommersa ecco le prime immagini

Santuario o villa romana: reperti allo studio degli esperti 

Fonte: Antonino Siniscalchi da Il Mattino 

Massa Lubrense - I resti di una villa Patrizia o un antico santuario? Ipotesi, solo ipotesi. Rimarranno tali fino a quando i tecnici della Sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio dell'area metropolitana di Napoli, non avranno esaminato i rilievi subacquei effettuati ieri mattina con due sommozzatori del gruppo dei volontari della Protezione civile di Massa Lubrense, in seguito alla scoperta di settembre. Dal sopralluogo, non è trapelata nessuna indiscrezione sulle origini dei reperti rinvenuti tré mesi fanello specchio d'acqua che circonda il porticciolo di Marina della Lobra, nel circondario della Riserva marina protetta di Punta Campanella. Il sopralluogo dei tecnici della Soprintendenza era stato richiesto dai vertici del Parco marino per una valutazione dei reperti trovati a una profondità fra i tre e i nove metri in una vasta area di notevole valenza archeologica. I sub di Massa Lubrense, su segnalazione di un appassionato frequentatore dei luoghi, si erano trovati davanti a un gran numero di blocchi lapidei cesellati in varie forme e dimensioni. L'Archeoclub di Massa Lubrense, aveva ipotizzato che potesse trattarsi dei resti di una villa Patrizia o di un antico santuario. Rilievi fotografici sono stati realizzati anche da Marco Gargiulo, esperto di immagini subacquee. La vicenda ha sollevato curiosità, con prospettive sulle potenzialità di un sito destinato ad ampliare l'attenzione degli appassionati del mare della penisola sorrentina. Michele Giustìniani, presidente della Riserva marina protetta di Punta Campanella, vive a Marina Lobra fin dalla nascita. Conosce ogni anfratto sopra e sotto il mare.
 
Manifesta curiosità, ma anche scetticismo che possa trattarsi di una scoperta di notevole rilevanza archeologica. «In quest'area- spiega – i reperti archeologici presenti sono tantissimi. Ci siamo tuttavia, attivati per sollecitare i controlli e gli approfondimenti del caso. Laddove fosse confermata l'importanza della scoperta, chiederemo alla Capitaneria di porto di emanare un'apposita ordinanza di interdizione all'accesso nello specchio d'acqua interessato. Dopo il sopralluogo dei tecnici aspettiamo le valutazioni e gli studi che porteranno alle conclusioni i vertici della Soprintendenza». Bocche cucite ovviamente, da parte dei tecnici che relazioneranno ai vertici della Soprintendenza sulle risultanze emerse dall'indagine. Prudenti le ipotesi anche da parte di appassionati ed esperti di archeologia della zona. Notizie approssimative infatti, si sono soffermate sulla possibilità che il sito appartenga a un tempio, ipotizzando anche un riferimento al tempio delle Sirene. Alcune fonti infatti, farebbero riferimento alla presenza di un tempio a Marina della Lobra. «Questa ipotesi –spiega Felice Senatore, direttore della rivista Oebalus. Studi sulla Campania nell'Antichità - è emersa sulla scia di testimonianze di alcuni studiosi del passato che hanno ritenuto che "Lobra" derivasse dal latino "delubrum", tempio. Tutto qui. Non c'è nessuna fonte classica che attesta l'esistenza di un tempio a Marina della Lobra. Inoltre, il rinvenimento di resti di statue in località Fontanella ha fatto ipotizzare l'esistenza del tempio delle Sirene, ma è stato provato che i reperti stessi appartengono a una villa romana. Si è parlato anche di rinvenimenti subacquei del famoso tempio di Atena, citato da Livio, Straboner Stazio, ma anche questa ipotesi è da scartare perché sappiamo con certezza che il tempio di Atena (Minerva) si trovava a Punta Campanella, come testimonia l'iscrizione osca scoperta da Mario Russo. Lo stesso archeologo ha catalogato anche altri reperti che confluiscono a Punta Campanella».

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