Vico Equense |
di Filomena Baratto
Ti viene
assegnato un luogo
e non puoi
che prendertene cura.
Non sei nato
a caso qui o altrove.
Assumi le sue
forme,
gli umori, la
spuma delle onde.
Perché
proprio qui,
cosa vuole da
te l’aria,
la terra, gli
alberi
e il mare, il
cielo,
i gabbiani?
Respiri ogni
giorno
la sua
brezza, ti riscaldi al suo sole
e mangi i sui frutti.
i tuoi occhi
quelli di un monte,
o un rivo,
una roccia.
Lei sa tutto di
te e tu
le leggi gli
anni
osservando le
chiome,
le ombre e i
colori.
E te la
scopri dentro
senza vedere,
come un mondo
latente.
E’ la tua nutrice
la tua serva,
la culla, il fermento,
scoperta,
madre
infinita.
La tua terra,
la mia,
la nostra,
cara,
come le
stesse membra.
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