Nella millenaria e travagliata storia dell'umanitá, tutte le guerre, anche quelle civili, combattute su fronti opposti, tra popoli e nazioni, tra imperialismi e nazionalismi, tra ideologie politiche e alibi religiosi, tra regimi totalitari e democrazie, tra maggioranze dominanti e minoranze oppresse, tra crimini di ogni genere e genocidi, hanno seminato fiumi di sangue e di dolore, con l'olocausto di milioni di giovani vite e di vittine innocenti. La guerra, quindi, di per sé, anche se combattuta per la difesa di valori universali, diventa, di fatto, il regno dell'orrore, regnum tenebrorum: la profanazione, senza limiti, della dignitá della persona umana. Sui libri di storia, dove i morti diventano dati statistici, a conclusione degli eventi bellici, le conference di pace menzionavano i vincitori e i vinti, con relativa definizione di nuovi equilibri territoriali, a favore dei primi, che, non di rado, diventavano forieri di nuove guerre, persino di dittature e di sterminio razziale, seguite dalla competizione sulla costruzione di armi di devastanti e irreversibili distruzioni di massa. Questa guerra di aggressione, per ora all'Ucraina, si rivela, da subito, tragicamente diversa, perchè non ci saranno vincitori e vinti, ma solo vinti, con il pericolo che il primo e unico dei vinti sia l'intero genere umano. Questa constatazione ci interroga sulla natura dell'uomo e sul futuro dell'umanitá, capace di distruggere secoli di progresso, anche scientifico, e il sacrificio di milioni di morti, di cui è insanguinata la storia delle genti.
lunedì 14 marzo 2022
Ucraina. Una guerra senza vincitori, ma solo vinti
di Raffaele Lauro
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