Napoli - Torna il contest del Mattino per designare il giovane pizzaiolo dell'anno. Abbiamo ascoltato per questo il vincitore della scorsa edizione «Questi 365 giorni hanno rappresentato per me un periodo di consapevolezza, un anno che mi è servito per capire che non bisogna lasciarsi schiacciare dalle difficoltà e dagli ostacoli che la vita ci riserva. Una forza e una sicurezza riscoperte grazie al concorso». Traspare emozione ma anche tanta sicurezza dalle parole di Gianluca Schiano di Cola, premiato a novembre scorso come Giovane pizzaiolo 2023, il contest organizzato per la prima volta da Il Mattino e curato dal giornalista Luciano Pignataro la cui seconda edizione prenderà il via il 25 novembre 2024. Cosa è cambiato nel suo lavoro dopo il premio? «Sono cresciuto tanto. Ho iniziato a mettere in ordine le mie priorità. Sto proseguendo la mia esperienza da Sophia Loren a Milano e mi preparo per nuovi progetti. Intanto da una parte studio le materie prime e le farine, dall'altra mi sto formando per imparare a gestire un locale, per essere pronto a tutto». Cosa ha rappresentato per te il contest? «Mi ha trasmesso molte emozioni, la voglia di migliorare e sperimentare». Hai conquistato una giuria di esperti. Qual è il suo segreto? «Un solo ingrediente: la semplicità». Cosa ti distingue dagli altri?
«Lavoro a Milano ma sono di Bacoli, un comune vicino Napoli e ho vinto scegliendo prodotti flegrei e campani naturalmente: asparagi di mare, mousse di bufala, cozze marinate, pomodoro cannellino e limone. Piccole sperimentazioni con sapori che conosco bene e che ho voluto presentare agli chef». Da novembre 2023 è cambiato qualcosa? «Si. Mi sono dedicato agli impasti. Sono affascinato da come cambia un panetto se scegli una farina rispetto ad un'altra. È un campo che sto approfondendo». Cosa vede nel tuo futuro? «Con l'imprenditore Luciano Cimmino sono pronto ad avviare un nuovo progetto all'estero e poi ho un sogno nel cassetto». Di cosa si tratta? «Spero di mettere insieme un team che possa investire con me e su di me. Io desidero avviare un locale unico, legato alla tradizione per poter realizzare pizze d'autore. Non mi piace pensare a piatti replicabili all'infinito. Non amo l'idea delle catene di pizzerie, credo che l'artigianalità abbia un valore prezioso nel nostro mondo perché mangiare una pizza rende felice e io vorrei poter donare questa emozione ai miei futuri clienti. Non bastano un buon impasto e ingredienti di qualità, ma unicità». Cosa serve per diventare pizzaioli professionisti? «Passione. Questo è un mestiere che io ho iniziato dieci anni fa, è difficile, faticoso, ci vuole impegno, sacrificio e costanza. Tutte cose provate sulla mia pelle». Che messaggio ai concorrenti per l'edizione 2024? «Vorrei che tutti, i più giovani in particolare, non smettano di avere sogni e speranza. Non devono lasciarsi abbattere dai grandi nomi, dalle grandi catene, perché se si è capaci e se si crede in se stessi, si può raggiungere qualsiasi obiettivo anche quello che sembra impossibile».
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