I rifiuti restano argomento connettivo tra mondi diversi: quale quello degli affari sporchi della camorra e dell'affarismo politico. L'ex presidente della commissione ambiente del Senato, il comunista Tommaso Sodano, ne è ampiamente convinto: «Tanto — spiega — che l'ho denunciato anche di recente. In alcune discariche in allestimento vi lavorano o vi hanno lavorato ditte legate ai clan. È di ieri un'altra interdittiva antimafia della prefettura di Napoli nei confronti della Sa.ba. che ha l'appalto di raccolta rifiuti a Caserta. Poi— sottolinea Sodano — il sistema, benché oggi sorvegliatissimo e militarizzato, continua a non funzionare: si paga ancora 200 euro a tonnellata per smaltre l'umido fuori regione quando ci sarebbe la possibilità di spendere molto meno. E si ricorda di De Biasio, l'architetto coinvolto nell'inchiesta sul Ce4? Oggi è in forze alla Protezione civile. Certo, siamo garantisti. Ma forse qualche freno dettato dall'opportunità dovremmo pure azionarlo». I rifiuti restano oro. Almeno per la camorra. E Sodano continua a sollecitare «che sin quando non usciremo dalla fase emergenziale che riguarda l'impiantistica, non riusciremo a chiudere il cerchio e a escludere il malaffare». La discarica di Chiaiano dovrebbe aprire per il prossimo fine settimana. Ma il termovalorizzatore di Acerra? Ora si sussurra che la nuova data sarebbe quella del 10 marzo. Tuttavia, la ventina di ditte impegnate nel cantiere dell'inceneritore rivendicano da mesi il rimborso delle fatture. I pagamenti sono rimasti fermi allo scorso agosto e una delle due aziende più importanti occupate nei lavori sulla seconda e sulla terza linea dell'impianto avrebbe sospeso le attività in quanto non si sarebbe vista corrispondere parte delle spettanze pregresse. Dalla struttura del sottosegretario Guido Bertolaso si dispensano rassicurazioni: si annunciano come imminenti gli adempimenti in materia finanziaria. Intanto a Genova circa 150 addetti di Fisia Italimpianti ieri hanno manifestato davanti alla prefettura contro la messa in mobilità di 136 lavoratori. Il motivo? La crisi di liquidità dovuta al blocco dei pagamenti relativi alla costrizione del termovalorizzatore di Acerra. (Angelo Agrippa da il Corriere del Mezzogiorno)
Ecco perché i killer hanno ucciso: in ballo la truffa di un inceneritore
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