«Ho fatto il possibile, ce l’ho messa tutta ma non è bastato: me ne scuso. Ma non possiamo tornare indietro. Al gruppo dirigente dico: amate di più questo partito. L’ultimo grazie è agli elettori delle primarie, a chi ha votato Pd. Il Pd crescerà e vincerà la sua sfida». Poi Veltroni ha salutato e se n’è andato. Da questa mattina i vertici del partito chiameranno a raccolta i segretari regionali e provinciali, in vista dell'assemblea costituente convocata per sabato. Insieme decideranno il futuro del Pd, anche se ormai la strada sembra tracciata: il coordinamento proporrà all'assemblea di eleggere segretario Dario Franceschini. In sostanza, se la linea dei vertici passerà il vaglio dei costituenti, Franceschini gestirà la fase pre-congressuale, fino all'assise del prossimo autunno. "Walter non è per me solo un amico, ma un fratello", ha detto Franceschini dopo il discorso del segretario uscente, "oggi ci salutiamo, ma sono sicuro che ci ritroveremo". Tutti, ha sottolineato, "devono riconoscere a Veltroni la paternità della nascita del Pd" perchè "senza di lui, senza le sue scelte non sarebbe mai nato. Di questo gli va dato atto". E di fronte alla sconfitta elettorale in Sardegna, si è fatto da parte e non ha cambiato la sua decisione. "Tutto il gruppo dirigente ha insistito perchè Veltroni non facesse questo passo e glielo abbiamo chiesto in modo convinto", ha assicurato, "lui ha ascoltato e poi ha deciso di fare un gesto che gli fa onore, una merce rara in politica".
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