mercoledì 17 giugno 2009

Di Palma, un commiato al veleno

«Ho sentito Cesaro. Gli ho fatto gli auguri». Dino Di Palma è ormai un ex presidente della Provincia, che prova però a trarre un suo bilancio, anche delle eredità che lascia al successore. Spera che Cesaro ora non faccia piazza pulita del suo lavoro? «Mi aspetto che prosegua su alcune cose che noi abbiamo iniziato. In primo luogo la riforma della macchina amministrativa. Poi l´uscita della Provincia da alcune partecipate, la difesa del Piano territoriale, l´impegno sulla legalità. Ricordo inoltre che abbiamo un bilancio fra i migliori d´Italia, non abbiamo debiti, niente derivati. Semmai invito Cesaro ad agire sul governo per una revisione del patto di stabilità. Come parlamentare è favorito in questo. Anche se sono certo che una delle sue prime mosse sarà di lasciare Montecitorio: la Provincia richiede impegno a tempo pieno». Lei dà consigli. Ma il centrosinistra ha perso dopo quindici anni. «Abbiamo affrontato in modo sbagliato la campagna elettorale». Lei aveva già deciso di non riproporsi nell´estate 2008. «Penso che un mandato basti. Ma proprio questo doveva consentire di trovare il candidato entro il 2008. Invece siamo andati a primarie asfittiche alla fine di marzo. È stata enorme la difficoltà del Pd. Si era capito l´errore di Veltroni, ma si è continuato a scimmiottarlo. E si è compresso tutto, anche le liste: il loro numero già diceva di un confronto impari». Anche perché di là c´era l´Udc? «La vicenda con De Mita è stata gestita malissimo dal Pd. E, se spostiamo le percentuali dell´Udc, arriviamo praticamente al pareggio. Ma poi, come si fa a impostare tutta la campagna sulla discontinuità? Senza mai segnalare una cosa, una sola, fatta bene? È chiaro che allora uno dice "vado direttamente col centrodestra"». Che farà ora? «Lavorerò con "Sinistra e libertà" per un centrosinistra che ritrovi i cittadini e non si divida più fra falsi innovatori e presunti conservatori. E per preparare le regionali, cercando un candidato che abbia una storia sul territorio e sappia come si amministra. Per intanto ringrazio i miei assessori e tutti coloro che hanno collaborato con me». (Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)

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