Dopo le denunce del WWF scatta il sequestro preventivo del Noe dei manufatti realizzati in presenza di Cinque
Vico Equense - Il sindaco in prima fila, a dirigere i lavori nel cantiere abusivo. Parrebbe essere questa l’incredibile vicenda che si è consumata a Vico Equense, sul Monte Faito, sito di interesse comunitario e parco regionale dei Monti Lattari. Ieri, giovedì, dopo le denunce del Wwf, il sequestro preventivo, da parte del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri e della polizia di Sorrento. Hanno sigillato 1000 metri quadrati ed hanno nominato custode giudiziario proprio il primo cittadino vicano, Gennaro Cinque. Una brutta tegola per l’amministrazione di centro destra, per di più alla vigilia della manifestazione Oceanoverdefaito, propagandata come una iniziativa «per riportare all’attenzione del pubblico internazionale l’antico splendore di un patrimonio naturalistico inspiegabilmente abbandonato». Carabinieri e polizia hanno riscontrato nel cantiere l’assenza delle autorizzazioni indispensabili a svolgere i lavori. Pare non ci fosse nessuna carta, neppure un foglietto A4, che desse semaforo verde, né da parte della Sovrintendenza ai Beni Paesaggistici, né da parte del presidente dell’Ente Parco, Anna Savarese. Nonostante ciò, hanno rilevato le forze dell’ordine, i volontari dell’associazione del Faito, sotto lo sguardo del sindaco che non ha abbandonato la zona per un istante, negli ultimi giorni, hanno effettuato sbancamenti, movimentato terreno, alzato staccionate di legno. Gli inquirenti si riservano anche di verificare se sia giustificata la potatura radicale di almeno 200 castagni secolari, effettuata qualche tempo fa sulla base di una perizia di un agronomo, secondo cui si sarebbe trattato di piante ammalate. I lavori sono stati realizzati attingendo ad un finanziamento di 21.000 euro che era stato concesso tempo addietro dalla Provincia, all’epoca guidata da Dino Di Palma. «Fanno parte di un piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per la socializzazione del monte», aveva detto solo pochi giorni fa Cinque, rispondendo alle accuse e alle denunce degli ambientalisti. I quali, ora, esprimono soddisfazione almeno pari al rammarico. «Che fossero interventi abusivi e incompatibili con la tutela dell’area», nota Claudio d’Esposito, del Wwf, «lo avevamo denunciato da almeno dieci giorni. Spiace ci sia voluto tanto tempo per intervenire. Spero almeno che il sequestro impedisca nuove opere abusive in un’area che dovrebbe essere ipertutelata». Dopo il Wwf, venerdì scorso, il caso Faito aveva suscitato anche l’intervento del consigliere regionale Antonio Scala, autore di una interrogazione, e di Tommaso Sodano, l’ex presidente della Commissione Ambiente al Senato, ora consigliere provinciale per Rifondazione. «Adesso», dice quest’ultimo, «la Procura accerti eventuali responsabilità penali, da parte del sindaco». Cinque, che tre anni fa aveva impostato tutta la sua campagna elettorale sulla retorica del fare, incassa il colpo e spegne il cellulare. Chi lo conosce scommette che passerà al contrattacco e ricorrerà contro il provvedimento di sequestro. «Nella bufera», commentano a Vico, «dà il meglio di sé». Gli è già capitato, raccontano, quando è stato ascoltato dal pm Magariello, della Procura di Torre Annunziata, nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione del parcheggio interrato di piazza Kennedy, nel centro di Vico. (Fabrizio Geremicca il Corriere del Mezzogiorno)
2 commenti:
I lavori non sono mai stati abusivi. gli abusivi come cittadinanza sono i soliti noti denunciatori e calunniatori di professione che mai nulla hanno concluso se non disseminare discordia. il fatto stesso che si taccia il sindaco di fare una cosa illegale solo perchè presente personalmente dove si opera la dice lunghissima sulla qualità intellettuale e civile dei soliti noti. sempre più noti sempre più soliti
Concordo in pieno con il commento precedente e notizia fresca :l'area incriminata è steta dissequestrata oggi pomeriggio...
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